Quando la vita ci riserva delle prove (la prova di una malattia, di un lutto, di diverse difficoltà) avvertiamo il bisogno di poter contare su qualcuno, su persone alle quali chiedere anche parole di conforto, di sostegno. Se non troviamo nessuno con cui condividere le nostre prove, queste ci sembrano ancora più difficili da affrontare.
Nella preghiera della Colletta al “Signore misericordioso” abbiamo chiesto di ascoltare la nostra preghiera, noi che ci troviamo a fronteggiare con “le seduzioni del maligno”.
Quali sono queste “seduzioni”? Non pensiamo subito alle forme clamorose e scomposte delle azioni del maligno, ma ai tentativi abituali e spesso nascosti con cui il maligno cerca di separarci da Dio, d’interrompere la nostra relazione con Lui.
Il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto proposto dal vangelo (Lc 4,1-13) ci aiutano a comprendere le “seduzioni” messe in atto nei nostri confronti dal diavolo (cioè da colui che divide, perché questo è il significato del suo nome).
Gesù , dopo essersi allontanato dal fiume Giordano, dove la voce dal cielo – quella del Padre – si era rivolta direttamente a lui, rivelandone l’identità (“Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”), guidato dallo Spirito Santo, disceso su di lui dopo aver ricevuto il battesimo, “in forma corporea, come una colomba”, giunge, nel deserto, dove “non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame”. Il diavolo entra in azione e per ben due volte (nella prima e nella terza tentazione) lo riconosce Figlio di Dio (“Se tu sei il Figlio di Dio”). Il tentatore non nega che Gesù sia il Figlio di Dio, propone però a Gesù un suo modo di vivere la relazione con suo Padre.
Nella prima tentazione (“Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”) il diavolo sollecita Gesù a procurarsi da sé il pane di cui ha bisogno, senza attendere che il Padre vi provveda; nella terza (“Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più altro del tempio e gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù da qui, sta scritto infatti: Ai tuoi angeli darò ordine a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano e anche essi ti porteranno sulle loro mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra”) gli propone di mettere alla prova il Padre, di verificare se veramente è fedele alla promessa che avrebbe provveduto in tutti i modi alla sua incolumità.
Gesù risponde alle “seduzioni del maligno” facendo riferimento al Padre stesso, alla sua parola offerta dalle Scritture sante. Nella risposta alla prima (“non di solo pane vivrà l’uomo”) e alla terza tentazione (“Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”), Gesù ribadisce la sua piena fiducia nel Padre, nella sua parola in grado di far vivere pienamente l’uomo e la sua ferma decisione di non mettere alla prova l’affidabilità del Padre, della sua promessa. Al diavolo che tenta di separarlo dal Padre, Gesù risponde restando Figlio del Padre, perché non si lascia portare via la parola del Padre dal suo cuore. Proprio perché Gesù custodisce la parola del Padre, questa custodisce Gesù nella sua relazione filiale.
Anche per noi, come per Gesù, le seduzioni del maligno fanno riferimento alla nostra relazione filiale con il Padre (“se tu sei figlio di Dio”); anche con noi il tentatore cerca in ogni modo d’interrompere la nostra relazione con il Padre. Anche a noi propone di procuraci esclusivamente con le nostre mani il “cibo” di cui abbiamo bisogno (benessere economico, senso e sicurezza della vita…), senza aspettarlo dal Padre; anche noi siamo sollecitati ad assicurarci che Dio Padre resti fedele alle sue promesse, che si prenda realmente cura di noi nelle prove della vita.
Come fronteggiare le “seduzioni del maligno”? Come ha fatto Gesù, prestando ascolto alla Parola che il Padre ci rivolge, che è anzitutto Gesù stesso e che troviamo nel libro delle Scritture sante. Una parola, come segnala l’apostolo Paolo nella seconda lettura (Rm 10.8-13) è ci è vicina (“sulla tua bocca e nel tuo cuore”), che ci assicura che si fida del Padre non resta deluso (“Dice infatti la Scrittura: chiunque crede in lui non sarà deluso”).
Anche noi se custodiremo, come Gesù, la parola del Padre nel nostro cuore, se daremo ascolto a essa e non alle proposte seducenti del maligno, questa ci custodirà nella nostra relazione filiale con il Padre e come è stato per Gesù, anche noi non resteremo delusi nella e dalla vita, anche quando attraverseremo il tempo della prova.
Nella preghiera della Colletta abbiamo chiesto proprio questo al “Signore misericordioso”: “tendi verso di noi la tua mano, perché nutriti con il pane della Parola e fortificati dallo Spirito vinciamo le seduzioni del maligno”.
Facciamo in modo che quanto abbiamo chiesto nella preghiera diventi nel tempo della Quaresima un concreto impegno, soprattutto quando ci troveremo ad affrontare le “seduzioni del maligno” che metteranno alla prova la nostra relazione filiale con Dio Padre.