Veglia Pasquale (16 aprile 2022)

Il battesimo che una giovane ragazza, Gaia, ha chiesto e che tra poco riceverà, nella notte in cui gli amici di Gesù vegliano per “rivivere” la Pasqua del Signore nell’ascolto della Parola e nella partecipazione ai sacramenti”, consentendo in questo modo a Cristo risorto di “confermare in loro la speranza di partecipare alla sua vittoria sulla morte e di vivere con lui in Dio Padre”, ci consente di ricordare cosa è accaduto con il battesimo nella nostra vita.

Lo spiega molto bene l’apostolo Paolo nella seconda lettura (Rm 6,3-11).

L’Apostolo ci suggerisce quale consapevolezza dobbiamo avere di noi stessi a motivo del battesimo ricevuto: “Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Gesù Cristo”. Una realtà nuova, rispetto a quella precedente, caratterizza dalla “schiavitù” del peccato, che conduce alla morte.

A determinare questa realtà radicalmente nuova, sia per quanto riguarda la situazione presente (non più la schiavitù, ma la libertà) che quella futura (non più la morte, ma la partecipazione alla risurrezione di Gesù, la vita piena, quindi) è la condivisione della vicenda pasquale di Gesù, della sua morte e risurrezione, resa possibile dal sacramento del battesimo.

Il battesimo dischiude ai discepoli di Gesù una prospettiva nuova: vivere per Dio, in/con Gesù Cristo. La condivisione della vicenda pasquale di Gesù, mediante il battesimo, abilita i discepoli a vivere con/come Gesù, cioè a vivere per Dio, proprio come ha vissuto Gesù, il Figlio. Proprio perché Gesù vive così non diventa schiavo del peccato, non resta prigioniero della morte, anzi viene accreditato dal Padre come il primogenito di ogni creatura, di coloro che risorgono dai morti.

I discepoli di Gesù devono non solo acquisire la consapevolezza della vita nuova resa loro possibile dalla partecipazione alla vicenda pasquale di Gesù, grazie al battesimo, ma devono anche trarre le conseguenze pratiche: se il peccato e la morte hanno perduto il proprio dominio, non deve più essere consentito, da parte loro, che questo dominio sia ripreso. Per questo sono impegnati ad attestare con la propria esistenza che la potenza del peccato è stata sconfitta.

Questo è anche il senso della preghiera della comunità cristiana, radunata nella santissima notte per celebrare quella Pasqua di Gesù, che grazie al battesimo (celebrato un tempo) e alla memoria eucaristica (ogni volta che viene celebrata), diventa anche la nostra Pasqua: “O Dio, che illumini questa santissima notte con la gloria della risurrezione del Signore [la Pasqua di Gesù], ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione [la vita nuova donata nel battesimo], perché tutti i tuoi figli [coloro che vivono in/con Gesù], rinnovati nel corpo e nell’anima [“l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato”], siano sempre fedeli al tuo servizio [cioè “viventi per Dio, in Cristo Gesù”]”.

Chiediamo al Signore che con il suo Spirito aiuti Gaia, che in questa notte santa  con il battesimo “rinascerà alla vita nuova, risorta, di Gesù”, che noi, che già siamo rinati alla vita nuova del Signore, a condurre la nostra vita con la consapevolezza che siamo cerature nuove, risorte e che sappiamo mostrarne tutta la bellezza e la convenienza.

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