II domenica di Avvento (4 dicembre 2022)

La richiesta rivolta al Padre nella preghiera della Colletta («Suscita in noi gli stessi sentimenti di Cristo, perché portiamo frutti di giustizia e di pace») consente di comprendere il severo invito di Giovanni Battista nel vangelo («Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino», Mt 3,1-12), di dare la concretezza di frutti buoni (“frutti di giustizia e di pace”) alla nostra conversione.

Giovanni Battista, nel deserto della Giudea, sollecitava alla conversione le persone che «accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati», perché «il regno dei cieli è vicino». Anche Gesù, all’inizio del suo ministero, rivolgerà lo stesso invito alla conversione, con la stessa motivazione (cfr Mc 1,15: «Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo»).

Per Giovanni Battista e per Gesù il “regno dei cieli”, il “regno di Dio”, non fa riferimento a un territorio, a un monarca potente, ma alla presenza di Dio, che, grazie a Gesù, opera con la forza del suo amore, liberando l’esistenza degli uomini dall’aggressione del male, dalla morsa della morte.

Giovanni, nel vangelo (Mt 3,1-12), rimprovera aspramente (“razza di vipere”) chi, come i farisei e i sadducei, cercavano di sottrarsi al percorso impegnativo della conversione, vantando il loro legame con Abramo (“abbiamo Abramo come padre”).

A differenza degli scribi e dei farisei vogliamo accogliere l’invito di Giovanni alla conversione e nella preghiera della Colletta abbiamo riconosciuto in che direzione procedere nell’impegno di conversione: fare nostri i sentimenti di Gesù Cristo.

E’ l’apostolo Paolo a soffrire questa indicazione nella seconda lettura della Messa (cfr Rm 15,4-9). L’Apostolo augura, anzitutto, ai cristiani di Roma che Dio concede loro di «avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti sull’esempio di Gesù Cristo»; successivamente indica come comportarsi di conseguenza, accogliersi a vicenda come Gesù ci accoglie personalmente («accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi»). I cristiani di Roma sono sollecitati ad accogliersi, a vivere relazioni ospitali, perché e come faceva Gesù.

Alla luce delle parole di Paolo la conversione sollecitata da Giovanni Battista impegna ad accoglierci reciprocamente come Gesù accoglie le persone, come accoglie ciascuno di noi.

Se ci accogliamo reciprocamente, quell’umanità pacificata, “profetizzata” da Isaia nella prima lettura (Is 11,1-10) non resterà un “libro dei sogni”, ma potrà trovare conferma, almeno tra di noi.