Omelia nella Messa Crismale del Giovedì Santo (Cattedrale di Senigallia, 13 aprile 2006)

Senigallia, 13 aprile 2006

In questa liturgia del Giovedì Santo, giorno in cui il Signore Gesù ha istituito l’eucaristia e il sacerdozio, si dipana davanti a noi il mistero della Chiesa, che è un mistero di comunione.
La Messa crismale, o degli Oli, vede tutto il presbiterio e i ministri riuniti attorno al Vescovo e le religiose e i fedeli stretti ai loro pastori. Non è lo schieramento dell’apparato ecclesiastico. Ma è la celebrazione di un mistero, che ci afferra, ci entusiasma, ma anche ci scuote, ci spinge a prendere coscienza delle divaricazioni esistenti tra la realtà vissuta e l’utopia sognata, tra il “già” raggiunto e il “non ancora” afferrato.
Questo mistero di comunione è legato al simbolismo dell’olio, e quindi dell’unzione. Ha origine dall’unzione di Gesù, unzione che poi si riverbera sulla Chiesa, su tutti noi, ci unisce tra di noi e con Lui, rendendoci conformi a Lui.
“Lo Spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione” (Is 61,1). Gesù applica a se stesso queste parole di Isaia. E’ lui l’Unto del Signore, il Cristo nella lingua greca o Messia nella lingua ebraica; è Lui il ricettacolo dello Spirito.
“Lo Spirito di Dio penetra come l’olio nelle membra di quest’Unto, ne impregna i pori e le giunture, ne permea la pelle e l’anima… e sgocciola su di noi, popolo di battezzati, che diventiamo unti del Signore, razza messianica, cristificati da questa effusione di grazia….
Tutto ciò che lo Spirito tocca, cristifica. E’ come se il Padre dicesse: voi che siete raggiunti dall’olio del mio Spirito che gronda dal Corpo di Cristo, divenite tutt’uno con lui…Sicchè l’olio dello Spirito si riversa dal Capo glorificato di Cristo nei Vescovi, dai Vescovi sui Presbiteri e sui cresimati, dai Presbiteri sui battezzati, dai battezzati e cresimati sul mondo, sulla storia, sullo spazio e sul tempo” (Tonino Bello).
La potenza dello Spirito Santo si esprime attraverso i tre oli che sono al centro di questa liturgia.
a) Olio degli infermi
Se è vero che lo Spirito cristifica tutto ciò che tocca, l’olio degli infermi, segno dello Spirito, ha la forza misteriosa di conformare l’uomo a Cristo sofferente. E’ l’olio che fa sentire il malato non abbandonato a se stesso, ma in compagnia del Signore Gesù, inchiodato sulla croce, eppure riconosciuto come il Salvatore, la resurrezione e la vita.
b) Olio dei catecumeni
E’ l’olio con il quale chi riceve il Battesimo viene assimilato a Cristo e riceve da lui la forza per lottare contro il male, la forza per assumere con generosità gli impegni della vita cristiana e gustare la gioia di vivere nella Chiesa.
c) Olio profumato del crisma.
E’ l’olio per eccellenza con cui vengono unti i profeti e i regnanti e col quale vengono consacrati i vescovi, i sacerdoti, i cristiani, prima nel battesimo e poi nella confermazione. E’ l’olio che scorrendo su di noi ci cristifica, ci assimila a Cristo Sacerdote, Re e Profeta, per cui tutta la Chiesa diventa un popolo sacerdotale regale e profetico. Un popolo unito, destinato a fare comunione, a costruire ponti, a fabbricare solidarietà, a praticare la collaborazione e la corresponsabilità.
Quest’anno è con grande gioia e viva trepidazione che consacriamo l’olio del crisma: quest’olio misto a profumo, impregnato della potenza dello Spirito Santo, servirà a consacrare Vescovo il nostro carissimo Don Gerardo Rocconi, a cui vogliamo esprimere i sensi della nostra sincera amicizia e viva gratitudine.
Ci dispiace che dovrà lasciare la nostra Diocesi: avevamo grande bisogno del suo aiuto e della sua testimonianza. Ma siamo lieti e onorati che il Signore, attraverso il Papa Benedetto XVI, lo abbia scelto per costituirlo pastore, successore degli apostoli, affidandogli la responsabilità di guidare la Chiesa di Jesi. Lo accompagneremo con la preghiera, soprattutto nella sua Ordinazione che riceverà in questa nostra Cattedrale Basilica il 29 aprile 2006, perché lo Spirito Santo possa effondersi su di lui come “olio di esultanza”.
Questo stesso crisma, che oggi consacriamo, servirà anche, se Dio vuole, a consacrare sacerdote il nostro Diacono Filippo Savini, a cui facciamo i nostri più cari auguri, ugualmente accompagnati dalla preghiera. Sia benedetto il Signore per i doni che continuamente ci elargisce. Sia benedetto perché anche nelle difficoltà in cui attualmente versa la Chiesa per la penuria di vocazioni il Signore non l’abbandona.
Con il sacro Crisma, oltre che i battezzandi, saranno unti anche i ragazzi della Cresima. E’ l’olio che li assimila a Cristo, li rende suoi testimoni, li inserisce pienamente come membri attivi e responsabili nella vita della Chiesa. Voglia il Signore che con l’aiuto della famiglia e della parrocchia possano mantenere fede ai loro impegni.
E’ in forza dell’unzione del sacro crisma che i cristiani ricevono dallo Spirito Santo una varietà di doni e sono abilitati ad esercitare i corrispettivi servizi o ministeri. Tra i ministeri vi è quello ausiliario della Comunione: sono lieto di conferirlo oggi ad alcuni fedeli e di confermarlo a coloro che lo hanno già ricevuto. E’ un dono che viene dato per il bene della comunità ed è anch’esso finalizzato a far crescere la comunione ecclesiale. Siate degni, carissimi, di toccare con le vostre mani il Crocifisso risorto, il nostro Salvatore, la nostra speranza, la nostra vita.
La giornata di oggi è tuttavia, in maniera particolare e speciale, la giornata dei sacerdoti. Vorrei tanto che da parte mia come da parte vostra, sorelle consacrate, e da parte di voi tutti fedeli laici, si levasse un ringraziamento vivissimo ai sacerdoti per quello che fanno, per la testimonianza che offrono, per la fatica del ministero a cui generosamente si sobbarcano. Carissimi fratelli sacerdoti, vi dico “grazie” per il vostro zelo, la vostra povertà, la vostra solitudine, la vostra disponibilità, la vostra perseveranza pur nella fatica degli anni e le difficoltà del ministero.
Le nostre felicitazioni vanno ai confratelli che quest’anno celebrano un anniversario particolarmente significativo del loro sacerdozio: il 60° di Don Sanzio Moretti e Don Federico Sbarbati, il 50° di Don Osvaldo Antonietti, Don Franco Marinelli, Don Franco Morico e P.Giuliano Grassi, il 25° di Don Giuliano Zingaretti. Esprimiamo anche fraterno affetto e vicinanza ai confratelli, spiritualmente uniti alla nostra celebrazione, che sono provati dalla malattia: Mons. Angelo Mencucci, Mons. Dario Barbaresi, Don Stefano Mattoni: a loro giunga il nostro orante e affettuoso ricordo. Né possiamo dimenticare coloro che recentemente il Signore ha chiamato a sé, Padre Alberto Teloni e Don Sestilio Rotatori: il Signore conceda loro il premio eterno e li associ alla liturgia del cielo.
Tra poco rinnoveremo le promesse sacerdotali: vogliamo confermare con gioia la nostra volontà di unirci appassionatamente al Signore Gesù, di seguirlo sulla via della castità, della povertà e dell’obbedienza, di amare con tutto noi stessi la Chiesa, pronti a servire i nostri fratelli fino al dono della vita.
Voi tutti, fratelli e sorelle, pregate per i sacerdoti: che il Signore non faccia mancare alla Chiesa i pastori di cui la comunità ha bisogno; che il Signore conceda alla Chiesa soprattutto santi sacerdoti, riverbero della sua santità. E tutti insieme preghiamo lo Spirito di Dio, perché anche oggi unga teneramente tutti noi, membra della Chiesa, sposa di Cristo, con la fragranza del suo profumo e con l’olio di letizia. Amen.