Senigallia, 30 agosto 2007
“Voi siete miei amici”: così nel Vangelo (Gv 15,12-17) chiama Gesù i suoi discepoli e cioè tutti coloro che credono in lui e si mettono alla sua sequela. E ai suoi amici chiede una cosa sola: “che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati”.
Amare: ogni persona avverte il desiderio di amare e di essere amata. L’amore viene da Dio. L’essere stesso di Dio è amore. Creati a sua immagine e somiglianza, anche noi siamo chiamati ad amare. Ci si realizza nell’amore. Tutta la morale cristiana si sintetizza nell’amore. Per il cristiano non c’è altra legge o comandamento o virtù più importante dell’amore: ce lo ricorda San Paolo nel brano stupendo, l’inno alla carità, che abbiamo ascoltato nella prima lettura (1 Cor 12,31-13,13).
L’amicizia è una espressione ed esigenza dell’amore: rappresenta un fondamentale valore per la vita cristiana, personale e sociale.
Nella storia della Chiesa abbiamo numerose testimonianze di cristiani che hanno saputo incarnare e testimoniare in maniera eminente il valore dell’amicizia. Tra questi vorrei citare il Santo patrono di questa città e diocesi: San Paolino da Nola, vissuto tra il IV e V secolo. Nella sua ricca esperienza umana – egli è stato un letterato, poeta, politico, magistrato, sposo, monaco, sacerdote e vescovo – Paolino si presenta essenzialmente come uomo di relazione: ha saputo instaurare rapporti di amicizia con persone di ogni ceto. L’amicizia, diceva, è come una medicina vitale, che procura una gioia indicibile, e questa gioia Paolino l’ha espressa nei suoi carmi, con le sue lettere, soprattutto con la sua vita. Ma per Paolino la vera amicizia è fondata sull’amore stesso di Cristo: bisogna essere amici di Cristo per essere amici di ogni uomo.
Cari giovani, voi siete chiamati a testimoniare l’amore di Cristo, mettendo in pratica il comandamento che egli ci ha dato. Sentitevi amici di Cristo e crescete nel suo amore. Egli è l’amico fedele, che non tradisce, non abbandona: su di lui, che ha dato la vita per noi, si può sempre contare.
Allo stesso tempo vorrei chiedervi, facendo eco alle parole di Benedetto XVI, di “osare l’amore” e cioè “a non desiderare niente di meno per la vostra vita che un amore forte e bello, capace di rendere l’esistenza intera una gioiosa realizzazione del dono di voi stessi a Dio e ai fratelli” (Messaggio per la XXII Giornata Mondiale della Gioventù). Nella Chiesa e negli ambiti della vita quotidiana siate costruttori di rapporti di amicizia. Non temete di abbattere muri, di costruire ponti, di stringere relazioni, di farvi amici. L’amore è la sola forza in grado di cambiare il mondo, è la forza capace di costruire la pace.
Carissimi giovani, andando in pellegrinaggio a Loreto per incontrare il Papa, proprio nei pressi del luogo in cui vengono custodite le pietre della Casa di Maria, la Casa del SI, la Vergine Santa vi aiuti a pronunciare anche voi il vostro SI: un SI convinto e gioioso, nella comunità dei fratelli che è la Chiesa, all’amore di Cristo e all’amore del prossimo. Così sia.