Senigallia, 14 agosto 2012
1. Nel cuore del periodo estivo e delle vacanze, siamo lieti di celebrare anche quest’anno la solennità religiosa dell’Assunta, a cui si accompagna, nella nostra città di Senigallia, la festa e la benedizione del mare.
Rivolgo un cordiale saluto a tutti i presenti, in particolare alle autorità civili e militari, a cominciare dal Signor Sindaco. Saluto il Comandante della Capitaneria di Porto, che ringrazio per la sua collaborazione alla buona riuscita di questa festa. Mi è gradito anche dare il benvenuto ai numerosi turisti e villeggianti che in questo periodo sono ospiti della nostra città, attratti dal nostro mare e dalla sua bella spiaggia.
In questa occasione vogliamo dire grazie al Signore per il dono del creato e in particolare per il dono del mare. Il mare è fonte di vita. Dal mare l’uomo trae alimento per la sua esistenza. Il mare è luogo di ristoro, di vacanza, di recupero di energie fisiche e spirituali.
Sanno bene i naviganti che, quando ci si avventura in mare si ha bisogno di una bussola per sapersi orientare, per seguire la direzione necessaria a raggiungere la meta, un determinato traguardo.
Possiamo dire che anche la storia, la vita personale e sociale, è come un mare dove occorre navigare tra i flutti a volte calmi a volte turbolenti del tempo. E per navigare anche per noi è necessaria una bussola. In effetti noi non siamo venuti al mondo per caso, noi non siamo come una monade sperduta nell’universo che non ha una direzione né un orientamento né una finalità. Nel mare della storia non siamo semplicemente dei vagabondi, che girano senza un traguardo, senza sapere dove andare; siamo piuttosto dei pellegrini che camminano verso una meta.
2. E’ questo il senso della festa dell’Assunta. Con la sua assunzione al cielo Maria Ss. ci ricorda che noi siamo fatti per il cielo, dove al termine della sua vita, lei è già entrata con la sua anima e il suo corpo. Il cielo è il paradiso, è il regno di Dio che è un regno di verità, di giustizia, di amore. Il cielo è la pienezza di vita, è la vita vera, la vita beata, la vita che non ha più fine. Il cielo è la nostra vera patria, è il traguardo, la meta del nostro navigare. E nella nostra navigazione Maria Ss. si presenta a noi come la bussola che ci indica la direzione da seguire.
3. Una prima indicazione che la Vergine Santa ci offre nel nostro peregrinare è l’invito a guardare in alto. Certamente non possiamo trascurare i nostri impegni terreni, non possiamo rinunciare alle nostre responsabilità, ma allo stesso tempo non possiamo rinchiuderci nello stretto orizzonte delle cose di questo mondo, non siamo fatti, come direbbe il sommo poeta, per vivere come bruti, assorbiti e impantanati nella materialità.
Dobbiamo guardare in alto, sì, distaccandoci da realtà materiali come sono ad esempio la ricerca spasmodica del piacere, del denaro e della fama; l’affermazione di un egoismo violento che spegne ogni apertura e sensibilità verso chi è debole e povero, chi è solo e dimenticato; l’ossessione per una sessualità ludica, che non conosce norme ma è fine a se stessa. Distaccarci dalla corruzione, dall’illegalità, dalla violenza. Distaccarci da queste e altre simili forme di “materialità” dobbiamo, se vogliamo che la nostra vita abbia un respiro di autentica umanità e di eternità.
Maria Ss.: una bussola per camminare verso l’eternità. Lei ha saputo guardare in alto, adorando il Dio salvatore, confidando in Lui, rendendosi docile alla sua volontà. Si è messa in ascolto della sua Parola; ha trovato spazio e tempo nella sua vita per la preghiera, per la contemplazione. Ha compreso che la preghiera è fondamentale: è il respiro dell’anima.
4. Allo stesso tempo ha saputo guardare attorno a sé, ha compreso i bisogni degli altri, è venuta incontro alle loro necessità. Così è stato quando andò a visitare la sua parente Elisabetta per aiutarla mentre nella sua vecchiaia era in attesa di un figlio. Ecco la rotta da seguire per navigare verso il cielo: è la via dell’impegno verso gli altri, è la via della solidarietà, del volontariato, della disponibilità a venire incontro ai bisogni dei fratelli, con amore, gratuitamente, sapendo tra l’altro che c’è più gioia nel dare che nel ricevere.
5. Abbiamo qui in mezzo a noi l’immagine della Madonna della Speranza, patrona della città e della diocesi Senigallia, immagine che si venera nella nostra Cattedrale. A lei rivolgiamo la nostra preghiera:
“O Maria, ottienici la fede nel Paradiso e la speranza di raggiungerlo. Aiutaci a camminare per la via dell’amore che a quel traguardo conduce. Insegnaci ad impegnarci nelle realtà di questo mondo per trasformarlo secondo il disegno del Creatore, ma allo stesso tempo donaci la sapienza di saper guardare in alto, tenendo liberi i nostri cuori e agili i nostri animi per la ricerca di quei valori che mai tramontano e che soli danno senso alla nostra vita. Aiutaci ad apprezzare le cose belle della vita e a benedire il dono del creato, in particolare la bellezza del nostro mare.
In questo tempo di grave crisi economica sostienici nelle difficoltà; la paura non ci faccia sopraffare dall’egoismo; illumina i governanti e i responsabile della cosa pubblica a fare le scelte giuste per il bene della comunità rivolgendo sempre la primaria attenzione ai bisogni dei più deboli.
Ti raccomandiamo soprattutto le nostre famiglie, i nostri giovani, i malati, le persone anziane e sole, quanti hanno perso il lavoro o sono in cerca di prima occupazione.
Ti raccomandiamo quanti vengono a contatto con il nostro mare per diporto o per lavoro; in particolare ti raccomandiamo quanti nel mare hanno perso la loro vita.
Noi sappiamo di poter confidare in te che sei la Madre di Cristo, ma anche la nostra Madre, o Maria”.