Mandato ai missionari (17 ottobre 1999)

Senigallia, 17 ottobre 1999

1. Carissimi Fratelli e Sorelle, Missionari!

In questo momento così importante e significativo per la vita e la storia della nostra Chiesa locale vi sento particolarmente cari e vicini, vi riconosco strettamente associati al mio ministero di apostolo e di pastore di questa comunità diocesana, vi vedo veramente come pietre vive dell’edificio spirituale che è la nostra Chiesa.

2. Giunti alle soglie del Grande Giubileo dell’anno 2000, dopo il necessario periodo di preparazione alla Missione Diocesana che abbiamo dedicato agli incontri formativi e soprattutto alla preghiera per ottenere luce e forza dallo Spirito Santo, è giunto il momento in cui anch’io, come successore degli apostoli, vi dò il mandato, ripetendovi lo stesso comando di Gesù risuonato or ora nel brano del Vangelo: “Andate!”(Lc 10,3). Ecco, io vi mando dai fratelli e dalle sorelle che vivono accanto a voi, nel vostro territorio parrocchiale. Portate loro la vostra testimonianza cristiana. Comunicate la vostra fede nel Signore Gesù. Annunciate il Vangelo, dicendo la vostra gioia, il vostro stupore nel sapere che Dio è un Padre buono e misericordioso, vuole salvarci e per questo ha mandato a noi il suo Figlio unigenito, Gesù Cristo, il quale è morto e risorto perché avessimo la vita vera e senza fine.

3. Noi cristiani abbiamo avuto la fortuna, il privilegio, di “vedere il Signore”, di conoscere e sperimentare il suo amore. Siamo stati conquistati, sedotti da Lui; ci siamo sentiti amati. Abbiamo capito che soltanto lui può dare un senso compiuto alla nostra vita. E adesso non possiamo più tacere. Dobbiamo comunicare agli altri la nostra esperienza: perché ci sentiamo debitori verso tutti dell’annuncio della salvezza.

4. Fratelli e sorelle: andate con fiducia a bussare alla porta delle famiglie che vivono accanto: Andate non con la pretesa di conquistare o convertire, ma con il desiderio di portare un messaggio di pace e di speranza, rendendo con umiltà e semplicità la vostra testimonianza, pronti sempre ad ascoltare, a dialogare, a condividere ansie e speranze. Andate con la povertà dei vostri mezzi, ricordando le parole del Vangelo: “non portate borsa, né bisaccia, né sandali” (Lc 10,4). Non occorre sublimità di linguaggio, non servono discorsi altisonanti, sono inutili grandi mezzi persuasivi. Andate così come siete, senza voler apparire diversi.

5. “Ma io non sono capace, non so parlare, sono giovane, inesperto” questa è l’obiezione di Geremia alla missione a cui il Signore lo chiamava(cfr Ger 1,6). E’ questa anche l’obiezione, il timore, la paura che in qualche misura sorge nel cuore e nella mente di tutti i missionari. E’ vero, umanamente parlando, nessuno di noi può dirsi all’altezza del compito cui è chiamato. Diciamolo chiaramente: noi non siamo migliori di tanti altri. La nostra debolezza, la nostra fragilità, le nostre contraddizioni ci spaventano.

Eppure il Signore vuole servirsi di noi per portare agli altri il messaggio di salvezza. Come a Geremia, così anche a ciascuno di noi il Signore dice: “Non temere, io sono con te per proteggerti; ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca” (Ger 1, 8-9).

Dunque, non si è soli. Quando andrete a bussare alla porta delle famiglie vicine, sappiate che il Signore vi ha preceduto: lui stesso ha bussato prima di voi per preparare gli animi all’accoglienza e all’ascolto. Se qualcuno si rifiuterà di aprire la porta o vi riserverà una fredda accoglienza, non rattristatevi: non siete voi i protagonisti della missione. Il protagonista è il Signore il quale può operare anche in altri modi e in altri tempi. A noi è chiesto di essere soltanto degli strumenti umili e docili nelle sue mani.

6. Mentre con la missione diocesana entriamo nel terzo millennio, aspettiamo fiduciosi l’albeggiare di un nuovo Giorno. Insieme con il Successore di Pietro, il papa Giovanni Paolo II, nutriamo la fiducia che “Dio sta preparando una grande primavera cristiana, di cui già s’intravvede l’inizio” (Redemptoris Missio, 86). La vostra nutrita e fiduciosa presenza in questa bella piazza, questa sera, è segno di una nuova primavera che il Signore ha preparato per la nostra Chiesa.

7. Lo Spirito Santo guidi i vostri passi e vi sostenga mentre visitate le case dei fratelli; vi illumini e vi conforti mentre animate i luoghi di ascolto del Vangelo; vi renda umili e coraggiosi nel rendere la vostra testimonianza. La Vergine Santa vi accompagni nel vostro cammino. Vi faccia sentire quell’amore materno che riserva a tutti i discepoli di suo Figlio. I Santi Patroni della nostra Chiesa locale e quelli che la nostra terra ha germinato intercedano per voi tutti, perché sia fecondo il vostro servizio e perché possiate vivere la gioia e l’entusiasmo di chi annuncia una buona notizia.

Coraggio, il Signore conta su di voi, io vi mando nel suo nome!