In questa festa della Patrona, che ci vede qui raccolti in preghiera, – alunni, ex-alunni e amici del Collegio – Sant’Agnese ci viene incontro ancora una volta con la forza della sua testimonianza, con l’esempio della sua totale adesione, fino al sacrificio di sé, al disegno di amore del Signore.
Nella scelta verginale e nel martirio di questa adolescente vediamo la risposta fedele e incondizionata alla chiamata di Dio. Per Agnese essere vergine e affrontare il martirio non è altro che una scelta di amore: si sente infinitamente amata dal Signore e a questo amore risponde con la donazione totale di sé.
La liturgia applica a S.Agnese le parole del Siracide, che abbiamo appena ascoltato: “Ti glorificherò, Signore mio re, Dio mio salvatore; glorificherò il tuo nome perché fosti mio protettore e liberatore” (51,1-2). Sono parole che richiamano l’inno di lode e di benedizione di Maria. Come Maria, così nella giovane donna e martire Agnese contempliamo un preclaro esempio di quell’umanità al femminile pienamente riuscita di fronte a Dio, perché capace di pronunciare, con le parole e con la vita, un “sì” radicale, coraggioso e gioioso. Un “sì”, detto da una giovinetta, ricolmo di fede e di fiducia in quel Dio che sa fare cose grandi in chi si fida di lui e che riversa abbondantemente la sua misericordia di generazione in generazione.
Si rimane sorpresi per il fatto che malgrado la sua giovanissima età Agnese sia stata capace di compiere una scelta così coraggiosa. Posta di fronte alla drammatica alternativa se salvare la propria vita o continuare ad essere fedele al Signore Gesù, Agnese, sostenuta dalla grazia divina, ha avuto la forza di preferire Gesù e il suo vangelo. In effetti la sua storia, come quella di altre persone, testimonia la stupenda possibilità di quello che umanamente appare assurdo e per qualche aspetto persino deprecabile: morire a 12-13 anni per un ideale di fede!
Qui troviamo l’attualità perenne di Agnese e di tutti i martiri, che non costituiscono ormai solo una pagina della storia della Chiesa antica, ma sono anche una drammatica realtà del nostro tempo. In questa occasione non possiamo dimenticare gli alunni capranicensi che durante il “Sacco di Roma” sacrificarono la loro vita per la difesa del Papa. Ma anche oggi non sono pochi i cristiani che subiscono la persecuzione, sono vittime di minacce, di ricatti, di orribili atti di violenza, e hanno il coraggio di testimoniare con il sacrificio della vita la loro fedeltà al Vangelo. Pensiamo a quanto avviene soprattutto in alcuni Paesi dell’Asia e dell’Africa. Si calcola che ogni anno il numero dei martiri cristiani nel mondo superi ampiamente i centomila.
Peraltro il martirio non è un incidente di percorso nel cammino della vita del cristiano. Sebbene il martirio cruento non sia un fenomeno generalizzato, spesso come cristiani si è chiamati ad andare controcorrente, ad esporsi a critiche, a derisioni raffinate, all’umiliazione sottile, forse anche al disprezzo. Subire queste situazioni è in qualche modo un martirio, una testimonianza che richiede grande coraggio.
Anche per quanto riguarda la verginità consacrata, che la figura di S.Agnese ci richiama, potrà apparire cosa d’altri tempi e presentarsi come una scelta quasi impossibile oggi. Ma nessuno potrà dire in coscienza che non sia qualcosa di prezioso e di bello, qualcosa che esprime un amore più grande, libero dalla schiavitù dei sensi e degli istinti, rispettoso della dignità della persona, aperto al servizio dei fratelli, piena realizzazione di sé.
In questa festa vogliamo unirci alla nostra celeste patrona nel lodare e benedire il Signore: lo ringraziamo per il dono inestimabile della vocazione e del ministero.
Personalmente lo ringrazio di gran cuore per questi 50 anni di sacerdozio che mi ha donato: lo ringrazio per il fatto che la mia vocazione è maturata tra queste mura respirando il clima del rinnovamento della Chiesa durante gli anni stupendi del Concilio Vaticano II: un’esperienza, questa del Concilio, che ha segnato profondamente il mio ministero sacerdotale ed episcopale. Lodiamo e ringraziamo il Signore, senza stancarci di chiedergli di poter svolgere il nostro servizio con gioia, come un “amoris officium” secondo l’espressione di Agostino.
La casta Agnese ci aiuti tutti – alunni ed ex-alunni del Collegio – a realizzare un progetto di vita bello e radicale come fu quello della sua scelta verginale. La martire Agnese ci sostenga, con l’offerta preziosa del suo sangue, perché tutti noi, nel servizio a Dio e alla Chiesa, possiamo affrontare senza paura, ma con serenità e coraggio, le difficoltà della vita e del ministero, le prove e le sfide di questo nostro “straordinario e drammatico tempo” (Paolo VI). Così sia.