Celebrazione del Matrimonio (6 gennaio 1998)

Senigallia, 6 gennaio 1998

Solennità dell’Epifania

Ai Parroci

Ai Rettori di Chiese

Ai Religiosi

A tutti i Sacerdoti

Oggetto: Celebrazione del Matrimonio

Cari Confratelli,

al fine di valorizzare la celebrazione del Sacramento del Matrimonio, eliminando alcuni inconvenienti pastorali, desidero offrirvi le seguenti indicazioni e disposizioni pratiche.

Dimensione evangelizzante ed ecclesiale

Il Matrimonio, con cui l’uomo e la donna stabiliscono tra loro una comunione per tutta la vita, è stato elevato da Gesù Cristo alla dignità di Sacramento.

Gli sposi, in quanto battezzati, sono inseriti nel Corpo Mistico di Cristo e il loro matrimonio costituisce la famiglia come “segno dell’amore di Dio”.

Per questo la stessa celebrazione del matrimonio deve essere evangelizzante ed ecclesiale (ESM 38-84), affinché dalla Liturgia appaia chiaro il progetto di Dio sulla coppia umana.

E’ importante, perciò, la presenza del parroco accanto ai giovani che si preparano al matrimonio. Non è semplicemente la presenza del burocrate, ma la presenza del padre e pastore che accompagna i giovani fidanzati a scoprire, accogliere e scegliere il matrimonio come risposta ad una vocazione.

La vicinanza del parroco permetterà di scoprire il valore della preghiera coniugale e dei sacramenti. La stessa istruttoria matrimoniale non sarà un semplice adempimento formale, bensì un’occasione di incontro pastorale.

Esorto i parroci ad aiutare i giovani fidanzati a comprendere che il Matrimonio non è un fatto privato: in quanto Sacramento e vocazione è una ricchezza per la Chiesa, riguarda la Chiesa, esige il coinvolgimento della Chiesa.

E tutto ciò si deve manifestare anche in alcune scelte concrete: in particolare quella che riguarda il luogo della celebrazione.

Luogo della celebrazione

In forza della dimensione propriamente ecclesiale del matrimonio, “il luogo normale delle nozze è la comunità della parrocchia nella quale i fidanzati sono inseriti e alla cui vita e missione prendono parte”. Così recita il documento della CEI Evangelizzazione e Sacramento del Matrimonio, 84.

Di conseguenza il luogo proprio della celebrazione è la Chiesa parrocchiale della sposa o dello sposo o della comunità dove la nuova famiglia andrà a inserirsi (cf. CDC 837 e 1115; Conc.Plen.Marchig. 161)

Solo per validi motivi di necessità o di convenienza pastorale l’Ordinario del luogo o il parroco può dare il permesso perché il matrimonio si celebri in altre parrocchie o in chiese non parrocchiali. E’ di esclusiva competenza del Vescovo, però, autorizzare il matrimonio, per gravissimi motivi, in cappelle o oratori privati.

Il Direttorio di pastorale familiare (cf. n.82) ci chiede di evitare prassi contrarie a queste disposizioni e di affrontare con coraggio, saggezza e determinazione il problema della proliferazione di matrimoni in chiese non parrocchiali e nei santuari. . / .

A parte i casi previsti nelle Premesse al rito del matrimonio questo venga celebrato durante la S.Messa.

La necessità di evangelizzare il matrimonio anche attraverso la liturgia richiede che la celebrazione non sia mai “feriale, stanca e frettolosa”. Anzi è necessario che il sacerdote prepari gli sposi, introducendo alla comprensione delle letture, spiegando il rito e i segni, scegliendo i gesti opportuni, nello spirito della liturgia.

Musica – addobbi – riprese fotografiche

Certamente voi Sacerdoti siete sensibili nel curare quegli aspetti della celebrazione che sono di vostra competenza. Ma alcuni elementi rischiano di sfuggire di mano, perché dipendono anche da altri fattori: la musica, i canti, i fiori, le riprese fotografiche.

Per quanto riguarda la musica, questa viene accolta come un mezzo prezioso per elevare lo spirito e aiutare la preghiera dell’Assemblea (Cf. SC, 112). E’ perciò un servizio, ma non uno spettacolo o una esibizione all’interno della celebrazione. La musica non è fine a se stessa e la Liturgia non può esserle secondaria e quasi al suo servizio. Per questi motivi non si eseguono brani durante le parti presidenziali e durante la Preghiera Eucaristica. E’ necessaria, inoltre, un’accurata scelta della musica: deve trattarsi di musica sacra, appositamente composta per la Liturgia, evitando le altre composizioni (musica leggera, da films, romanze ecc.). E’ bene perciò che il parroco incontri prima della celebrazione coloro che svolgeranno questo servizio.

In ordine ai fiori, desidero ricordare la necessità che l’addobbo rispetti i luoghi liturgici, lo stile della Chiesa e il buon gusto; non rappresenti uno sfarzo (che tra l’altro sarebbe un’offesa ai poveri), né un impedimento né un nascondimento della celebrazione, bensì sia un mezzo di decoro che sottolinei la dignità dei luoghi della celebrazione e del matrimonio stesso.

Anche il ruolo dei fotografi è importante. Un momento bello e significativo merita di essere “fissato”. Ma è necessario che questo servizio venga svolto con molta discrezione.

Innanzitutto si eviti l’affollamento di fotografi privati e professionisti. Il loro numero sia ridotto all’essenziale e anche qui è necessario che preventivamente si prendano accordi con il parroco.

E’ necessario che i fotografi sappiano distinguere la Chiesa da ogni altro luogo e, prescindendo dalle loro convinzioni religiose, rispettino i valori, la sensibilità e la preghiera dei fedeli.

Alcuni luoghi della Chiesa meritano, poi, un particolare rispetto: la cappella del Santissimo, il presbiterio dove si si trovano l’Altare, la Sede e l’Ambone. Chiedete ai fotografi di non accedere, in linea normale, a questi luoghi. Ugualmente chiedete loro di non fare riprese durante le letture, l’omelia e la Preghiera Eucaristica; di non dare disposizioni agli sposi durante la celebrazione e di non invitarli ad atteggiamenti poco idonei alla sacralità del luogo.

Offerta per le necessità della Chiesa

Si faccia capire con chiarezza che il Sacramento del Matrimonio, come ogni altro Sacramento, non si “paga”. L’offerta che viene data in occasione del matrimonio è un libero contributo alle necessità dei poveri, alla vita della comunità cristiana e al sostentamento del sacerdote che la serve.

A questo riguardo raccomando di evitare scrupolosamente tutto ciò che potrebbe avallare una mentalità “commerciale”, come l’imposizione di una tariffa.

Perché si entri nello spirito di questi orientamenti, che vi consegno “in veritate et caritate”, è necessario che gli sposi comprendano che il matrimonio è un dono e una risposta ad una chiamata del Signore da vivere nella Chiesa. Ciò spinge noi pastori, prima ancora che a codificare, ad evangelizzare il matrimonio. Solo allora, in un contesto di fede matura, un determinato modo di vivere e celebrare il matrimonio non apparirà più un’imposizione, ma addirittura un’esigenza.

Nella fiducia che i presenti rilievi contribuiscano a far crescere la comunione ecclesiale, vi ringrazio sentitamente per la vostra collaborazione e vi saluto con animo orante e benedicente.