Festa del Patrono San Paolino (4 maggio 2016)

«Dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore» (Lc 12,34). Gesù con poche parole esprime in modo efficace quanto sperimentiamo nella nostra esistenza: tesoro per noi è tutto ciò che ci sta a cuore, che cerchiamo con tenacia e custodiamo con cura.

La nostra esperienza tuttavia mostra che non è scontato che quanto ci sta a cuore e che cerchiamo di possedere, rappresenti sempre veramente il nostro tesoro. Anzi l’errore che spesso commettiamo è di non avere il cuore dove è il tesoro autentico e d’impegnare il nostro cuore, le risorse della nostra persona e della vita, per qualcosa che risulta poi deludente, perché di scarso valore e non propriamente un tesoro.

Gesù ci suggerisce come non cadere nella trappola: il tesoro vero, che non delude, che nessuno ci può sottrarre, né può deteriorarsi, non è quello che hai, ma è ciò che dai, non è quello che trattieni solo per te, di cui benefici solo tu, ma quello che offri, condividi. Un tesoro simile non viene meno neanche nella morte.

Questo non aveva compreso il ricco proprietario terriero della parabola raccontata da Gesù appena prima, il quale, dopo un raccolto fortunato aveva concluso: «Hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti» (Lc 12,19), tanto da meritare il rimprovero severo di Dio: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?», (Lc 12,20).

L’affermazione di Gesù conclude alcuni inviti rivolti ai discepoli: a “non temere” e “fare l’elemosina” e a procurarsi un tesoro “inesauribile” e inattaccabile. L’invito all’elemosina fatto da Gesù non è riducibile, quindi, a un gesto che dice semplicemente il nostro buon cuore, ma va considerato come un gesto che dice la nostra sapienza nel gestire i beni che possediamo, le nostre risorse.

A ispirare questa sapienza sta la fede. Appena prima Gesù aveva invitato i suoi uditori a non lasciarsi vincere dall’ansia riguardo al modo di provvedere alla propria vita, a non temere, ma a fidarsi di Dio Padre, perché Lui non solo conosce ciò di cui abbiamo realmente bisogno, ma ci fa anche dono del suo Regno, del suo amore, quel tesoro, inesauribile e inattaccabile, che non delude il nostro cuore.

Gesù può raccomandare ai discepoli la fiducia nel Padre, perché lui l’ha sperimentata personalmente. Per questo, come scrive l’apostolo Paolo ai cristiani di Corinto, non ha trattenuto per sé la propria ricchezza, ma l’ha offerta, l’ha condivisa (cfr. 2Cor 8,9). E proprio perché l’ha offerta, la ricchezza che possedeva non gli è stata rubata, nemmeno dalla morte, ma l’ha goduta in pienezza.

Mi pare che questa sia anche la testimonianza che S. Paolino da Nola, offre alla nostra Chiesa e alla nostra città di Senigallia. Paolino, uomo colto, ricco e di nobile famiglia, con una brillante carriera politica, segnata da traguardi importanti come la somma magistratura del Consolato prima e successivamente l’incarico di Governatore della Campania, sposo felice, non ha commesso l’errore del proprietario terriero della parabola di considerare tutti questi beni il tesoro a cui legare il proprio cuore e affidare la propria vita, ma li ha condivisi, li ha offerti, con una scelta, quella della povertà, che riproduceva quanto Paolo ha scritto di Cristo («Da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché diventaste ricchi per mezzo della sua povertà», 2Cor 8,9).

Nella preghiera introduttiva all’Eucaristia abbiamo chiesto a Dio Padre di aiutarci a imitare la testimonianza di S. Paolino. Il nostro Patrono mostra con la sua esistenza qual è il tesoro che non corre il rischio di esserci tolto e di deludere il nostro cuore: un’esistenza non condotta nella paura che ci costringe ad aver cura esclusivamente di noi stessi, dei nostri beni, ma condotta nella fede, che ci rende sapienti e liberi di condividere, di offrire quello che siamo e le nostre risorse di beni, di tempo, di capacità. Una condivisione che non solo “salva” noi stessi, ma che anche rende credibile la testimonianza della nostra Chiesa e vivibile il nostro territorio e bella la nostra città.