Pasqua 2001: Messaggio alla Diocesi

Anche quest’anno, all’inizio del nuovo secolo del terzo millennio, risuona la sconvolgente notizia che viene da Gerusalemme e giunge fino a noi attraverso le generazioni che ci hanno preceduto: “Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto” (Mc 16,6).
La Pasqua è festa della vita e dono di speranza. La risurrezione di Gesù invita tutti a farsi segno di risurrezione, ad uscire dalla sfiducia e dal disimpegno, a rifiutare la violenza e ogni germe di morte, ad aiutare i bisognosi, ad operare per la pace.
In un mondo che si comporta come se Dio non ci fosse, che crede soltanto nel denaro e nel piacere sensibile, che tende ad emarginare i più deboli, a svuotare il senso della solidarietà, la Pasqua introduce un elemento assolutamente nuovo: indica un senso e una meta alla nostra vita, annuncia che il male può essere vinto, le situazioni di peccato possono essere purificate, la vita può trionfare sulla morte, l’amore può prevalere sull’egoismo.
La Pasqua è dunque un invito ad impegnarsi per una rinascita personale e per far nascere un mondo nuovo nel segno della fraternità e della solidarietà; un mondo che rispecchi il piano di Dio; un mondo in cui l’uomo, ogni essere umano, sia considerato per quello che è: figlio di Dio, signore del cosmo.
Nella sua Lettera scritta a conclusione del Giubileo il Santo Padre, ricalcando la parola di Gesù, ci invita a “prendere il largo”. Con la luce e la forza che vengono dalla Pasqua possiamo effettivamente decidere di uscire dal nostro isolamento, dall’individualismo in cui siamo rinserrati, per percorrere i sentieri della storia e portare la nostra testimonianza là soprattutto dove c’è “non senso”, sofferenza, emarginazione, mancanza di amore.
La Pasqua ravviva nei cristiani il senso missionario, mette nel cuore il desiderio di aprirsi agli altri e condividere con loro i doni ricevuti, in primo luogo quello della fede. Per questo motivo la missione diocesana del popolo al popolo non può considerarsi esaurita con il Giubileo, ma deve andare avanti, come sta avvenendo, fino a diventare una dimensione normale della vita cristiana. A tutti i “missionari” la Pasqua rivolge l’invito a deporre ogni timore e a lanciarsi con generosità, con entusiasmo, con audacia creativa verso nuovi traguardi perché il Vangelo possa raggiungere ogni persona e ogni ambiente di vita.
A tutti voi, fratelli e figli della Chiesa senigalliese, auguro una buona e santa Pasqua nella luce e nella forza del Signore risorto.

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