Senigallia, Giovedì Santo 2002
Carissimi confratelli nel sacerdozio,
nella solennità del Giovedì Santo, giorno in cui ognuno di noi è invitato a tornare alle sorgenti del proprio sacerdozio ministeriale, vorrei condividere con voi la mia preoccupazione e la mia sollecitudine per le vocazioni al ministero presbiterale, preoccupazione e sollecitudine che è nel cuore della mia missione di Vescovo, padre e pastore di questa Chiesa particolare che vive in Senigallia.
Sono noti gli studi, le statistiche, le proiezioni che cercano di descrivere il fenomeno e di individuarne la cause. E’ vero che siamo certi che il Signore continuerà ad assisterci con le sue grazie, ma la situazione non può non interpellarci ed indurci ad una umile riflessione per comprendere il significato di ciò che sta avvenendo e non sottrarci alle responsabilità di scelte coerenti. Anche se fino ad ora si è fatto molto, pur non gratificati da un aumento del numero delle ordinazioni, è necessario domandarci se davvero stiamo facendo tutto quanto è in nostro potere per assicurare alle nostre comunità cristiane la presenza di un numero sufficiente di ministri ordinati.
Il mio desiderio è di trovare la via per richiamare l’attenzione di tutti voi sacerdoti, uno per uno, sulla cura per le vocazioni al sacerdozio ministeriale.
Non c’è una ricetta miracolosa, ma vorrei invitarvi ad interrogarvi seriamente. Vi propongo delle linee e suggerimenti, non certo nuovi, ma da valorizzare con modalità ed entusiasmo nuovi.
1 – “Pregate il Padrone della messe che mandi operai alla sua messe” (Lc 10,2).
Questo comando del Signore va assunto con fiducia nuova. Mi sembra che a volte sia inteso come il risvolto della rassegnazione: “per le vocazioni non possiamo fare di più, non ci resta che pregare!. In fondo la Chiesa è sua!” Questo ragionamento mi sembra che porti a non pregare neppure, considerandone la sua ovvietà scontata da delegare a pochi volenterosi, per lo più anziani, trascurando di far pregare gli adolescenti e i giovani, e anche, forse, trascurando personalmente questa intenzione di preghiera.
Se la preghiera è abbandonarsi liberamente alla guida dello Spirito e accogliere la volontà di Dio, la preghiera per le vocazioni dovrebbe essere più intensamente praticata da coloro che si trovano nell’età e nelle condizioni di scegliere lo stato di vita.. Ho invece la percezione che se i giovani pregano, molto raramente pregano per le vocazioni.
Raccomando, quindi, ad ogni sacerdote non solo di pregare per le vocazioni, bensì di incoraggiare le persone che già pregano e di proporre con insistenza la preghiera per le vocazioni ai ragazzi, agli adolescenti e ai giovani con la fiducia che ogni adolescente e giovane comprenda che la verità della preghiera è raggiunta nelle parole di Isaia: “Signore, se vuoi, manda me” (Is 6,8).
Raccomando anche di far conoscere l’esistenza di associazioni e gruppi di preghiera che hanno la finalità di pregare per le vocazioni, quali l’Unione di Preghiera per le vocazioni animata dal nostro Seminario.
2 – “Non è giusto che noi trascuriamo il ministero della parola per il servizio delle mense” (At 6,2).
Dobbiamo condividere questa preoccupazione degli apostoli. Noi certo crediamo che è con la Parola custodita nelle Scritture e annunciata nella Chiesa che il Signore converte e chiama alla sua sequela. Credo che dovremmo annunciare più spesso quella parola che invita alla sequela di Gesù anche nelle forme del ministero ordinato.
Un’occasione privilegiata è l’omelia domenicale in cui vi sono molte opportunità per insistere senza forzature sulle forme della radicalità evangelica. Non temiamo di annunciare che il Signore può chiamare a diventare prete anche qualcuno dei giovani che sono alla messa domenicale.
Chiediamoci, inoltre, quante volte abbiamo proposto agli adolescenti e ai giovani della parrocchia e dei gruppi o associazioni di partecipare agli Esercizi Spirituali!. Sono occasioni che possono essere pensate e preparate per tempo e ai quali invitare i nostri adolescenti e giovani, anche insistendo amabilmente con i più disponibili. Diverse sono le iniziative di questo tipo anche a livello diocesano.
3 – “E lo condusse da Gesù” (Gv 1,42)
Una vocazione è difficile che nasca e si sviluppi al di fuori di un accompagnamento spirituale. Mi sembra ovvio che il sacerdote trascorra del tempo in chiesa, in particolare al sabato pomeriggio, per accogliere le persone per il sacramento della riconciliazione o per ascoltare una pena o dare un consiglio. E’ necessario che ci siano momenti in cui il prete è a disposizione di tutti e tutti possono essere certi di trovare un prete. Occorre però evitare il rischio di un’attenzione selettiva e di un discorrere prolisso, più motivato dallo stare in compagnia che dal bene spirituale delle persone.
Così si troverà il modo di aiutare i giovani a interrogarsi sul loro futuro, a cogliere nei desideri, nelle paure, negli slanci il farsi presente del Signore Gesù. Essi potranno cogliere meglio la vita come una vocazione a essere figli di Dio, con la responsabilità di scegliere uno stato di vita senza attardarsi, senza rimandare indefinitamente una scelta decisiva, senza restare impigliati in avvilenti schiavitù.
Però non aspettiamo soltanto che sia il giovane a fare la domanda su una possibile chiamata, tocca a ciascuno di noi, come rappresentante della Chiesa, di porre esplicitamente, sempre nel rispetto della coscienza, la domanda vocazionale a chi dimostra segni e doti per il ministero ordinato.
4 – Proposte pastorali
La pastorale giovanile è pastorale vocazionale nel senso che ogni giovane, senza eccezione, è chiamato a compiere una scelta coraggiosa e definitiva di vita secondo il Vangelo. Curare il cammino di fede dei giovani significa dunque aiutarli a decidere la loro vita in obbedienza alla parola di Gesù.
In diocesi vi sono diverse proposte intese a favorire nei giovani delle varie età un itinerario spirituale. Sono occasioni partecipando alle quali gli adolescenti e i giovani verranno aiutati a strutturare la loro vita spirituale e a porsi la domanda sul proprio futuro.
Raccomando ad ogni sacerdote di divulgare e segnalare le varie iniziative incoraggiando la partecipazione di coloro ai quali sono rivolte. Non di rado, infatti, accade che le iniziative vengono conosciute con un passa-parola tra i giovani, ma senza essere informati e indirizzati dai loro sacerdoti.
In conclusione sono convinto dell’importanza delle iniziative, ma ritengo che una proposta diventa incisiva e la prospettiva del sacerdozio ministeriale diventa affascinante per un giovane soprattutto quando incontra preti che vivono con dedizione e gioia il proprio ministero. Per grazia di Dio in genere tutti voi sacerdoti siete esemplari per dedizione e irradiate quella serenità che sgorga dall’appartenenza convinta e amorosa al Signore.
Affido questa comune preoccupazione pastorale all’intercessione della Vergine Maria, Madonna della Speranza, perché ci sorregga con fiduciosa serenità nel cammino della nostra Chiesa e invoco l’intercessione del Beato Pio IX, che ebbe tanto a cuore le vocazioni al sacerdozio e i seminari.
Con gratitudine e riconoscenza vi benedico di cuore.