Omelia nella Festa Liturgica del Beato Pio IX (Senigallia 7 Febbraio 2002)

Senigallia, 7 febbraio 2002

1. Celebriamo con gioia, per la seconda volta, la memoria liturgica del figlio più illustre della nostra Chiesa e città di Senigallia, il Beato Pio IX. La nostra mente e il nostro cuore corrono spontaneamente a Roma, in Piazza San Pietro: tanti di noi erano là, il 3 settembre 2000, a partecipare alla solenne proclamazione da parte di Giovanni Paolo II dei nuovi beati, tra i quali figurava, per primo, il nostro Papa senigalliese.
La gioia di quella memorabile giornata piena di sole trova eco nella gioia di questa nostra assemblea che oggi si sente chiamata a fare memoria di questo grande figlio della nostra terra, elevato agli onori degli altari. Ci sentiamo chiamati a rendere grazie al Signore per aver donato alla nostra Chiesa e alla Chiesa universale questo Beato. Ci sentiamo chiamati a proseguire nell’amorosa conoscenza di lui e quindi nell’ammirazione delle sue virtù che gli hanno consentito di raggiungere la santità. Infine ci sentiamo chiamati a seguire i suoi esempi, domandando la sua intercessione e protezione per il nostro cammino di vita cristiana.

2. Abbiamo sentito nel brano del Vangelo di Matteo (16,13-19) che Gesù interrogò gli apostoli sulla sua identità: “Chi dite che io sia?”. Fu Simon Pietro a riconoscere per primo, pubblicamente, Gesù come Figlio di Dio. Per questo atto fondamentale di fede, il primo atto di fede nella storia del cristianesimo, Pietro fu costituito Vicario di Cristo e pastore della Chiesa universale: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Pietro ha creduto e il suo compito primario nella Chiesa sarà quello di confermare i fratelli nella fede.
In Papa Mastai noi possiamo riscontrare questa stessa fede e questa stessa consapevolezza del ruolo petrino.

3. Ciò che in primo luogo caratterizza la figura del nostro Beato è precisamente la virtù teologale della fede. Una fede incrollabile che si esprime in una fiducia incondizionata nella divina Provvidenza. Come ha detto il S.Padre nel giorno della beatificazione, “Pio IX… in mezzo agli eventi turbinosi del suo tempo, fu esempio di incondizionata adesione al deposito immutabile delle verità rivelate… Seppe sempre dare il primato assoluto a Dio ed ai valori spirituali… A chi gli era accanto amava dire: ‘nelle cose umane bisogna accontentarsi di fare il meglio che si può e nel resto abbandonarsi alla Provvidenza, la quale sanerà i difetti e le insufficienze dell’uomo”.
Autentico uomo di Dio, fedele al comando che Gesù diede a Pietro di confermare i fratelli, il Beato Pio IX dedicò gran parte del suo pontificato alla difesa della fede, contrastando gli imperanti errori del tempo. Se nel Sillabo raccolse e denunciò tutta una serie di errori correnti, nel Concilio Vaticano I, dopo aver affermato nella Costituzione Dei Filius che “la fede e la ragione non solamente non possono mai essere in contrasto tra di loro, ma anzi si aiutano vicendevolmente”, nella Costituzione Pastor aeternus definì il carisma della infallibilità pontificia. Con la Bolla Ineffabilis donò poi alla Chiesa la certezza, definendola come dogma, dell’Immacolata Concezione di Maria.

4. Dalla vita e dal ministero del Beato Pio IX riceviamo un luminoso messaggio di rilevante attualità per la Chiesa e in particolare per il nostro ministero sacerdotale.
Siamo tutti chiamati a riconoscere la preziosità della fede. La fede è il vero tesoro che ci è stato consegnato, perché lo custodissimo integro e lo trasmettessimo alle nuove generazioni. E’ l’unico messaggio che dà un senso compiuto alla vita, è il messaggio che libera e salva. Per custodire e comunicare la fede non pochi cristiani hanno dato la vita, andando incontro al martirio. L’evangelizzazione, la missione, la comunicazione integra della fede – senza sconti, senza compromessi, senza annacquamenti – è un compito che ci impegna tutti prioritariamente e a costo di qualsiasi sacrificio.
Il Beato Pio IX interceda per noi, perché mettendo tutta la nostra fiducia nel Signore – anche in mezzo alle prove, alle difficoltà e alle fatiche del ministero – sappiamo conservare limpida e incrollabile la nostra fede e sappiamo annunciare con coraggio e fedeltà il messaggio di cui siamo portatori e custodi.