Galimberti S., “La Vocazione di San Pietro”, 1921 – Basilica Cattedrale di San Pietro Apostolo – Senigallia

17 gennaio 2021 – II domenica del tempo ordinario

Piccola guida per la preghiera
Preparate un angolo della casa dedicato alla preghiera, con la Bibbia, una immagine sacra, e una candela da accendere durante la preghiera. Dopo il segno di croce si legge il Vangelo. Poi lo si commenta brevemente insieme, magari facendosi aiutare dal commento che si trova qui sotto.
Dopo la breve condivisione trovate una preghiera dialogata, e a seguire le preghiere dei fedeli che saranno lette anche alla Messa in parrocchia. Alla fine si possono aggiungere delle preghiere spontanee.
Padre nostro e benedizione finale. Possiamo anche arricchire la preghiera con un canto.

Preghiamo insieme
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

INSIEME (genitori e figli): Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

VANGELO
Dal Vangelo secondo Giovanni (1,35-42)
In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Parola del Signore. Lode a Te o Cristo

RIFLESSIONE DI P. ERMES RONCHI
La chiave del cuore, che apre anche la porta del Regno
Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Le prime parole di Gesù che il Vangelo di Giovanni registra sono sotto forma di domanda. È la pedagogia di quel giovane rabbi, che sembra quasi dimenticare se stesso per mettere in primo piano quei due giovani, quasi dicesse loro: prima venite voi. Amore vero mette sempre il tu prima dell’io.
Anche all’alba di Pasqua, nel giardino appena fuori Gerusalemme, Gesù si rivolgerà a Maria di Magdala con le stese parole: Donna, chi cerchi? Le prime parole del Gesù storico e le prime del Cristo risorto, due domande uguali, rivelano che il Maestro dell’esistenza non vuole imporsi, non gli interessa stupire o abbagliare o indottrinare, ma la sua passione è farsi vicino, porsi a fianco, rallentare il passo per farsi compagno di strada di ogni cuore che cerca.
Che cosa cercate? Con questa domanda Gesù non si rivolge all’intelligenza, alla cultura o alle competenze dei due discepoli che lasciano Giovanni, non interroga la teologia di Maddalena, ma la sua umanità. Si tratta di un interrogativo al quale tutti sono in grado di rispondere, i colti e gli ignoranti, i laici e i religiosi, i giusti e i peccatori. Perché lui, il maestro del cuore, fa le domande vere, quelle che fanno vivere: si rivolge innanzitutto al desiderio profondo, al tessuto segreto dell’essere. Che cosa cercate? significa: qual è il vostro desiderio più forte? Che cosa desiderate più di tutto dalla vita? Gesù, che è il vero maestro ed esegeta del desiderio, ci insegna a non accontentarci, insegna fame di cielo, «il morso del più» (L. Ciotti), salva la grandezza del desiderio, lo salva dalla depressione, dal rimpicciolimento, dalla banalizzazione.
Con questa semplice domanda: che cosa cercate? Gesù fa capire che la nostra identità più umana è di essere creature di ricerca e di desiderio. Perché a tutti manca qualcosa: infatti la ricerca nasce da una assenza, da un vuoto che chiede di essere colmato. Che cosa mi manca? Di che cosa mi sento povero?
Gesù non chiede per prima cosa rinunce o penitenze, non impone sacrifici sull’altare del dovere o dello sforzo, chiede prima di tutto di rientrare nel tuo cuore, di comprenderlo, di conoscere che cosa desideri di più, che cosa ti fa felice, che cosa accade nel tuo intimo. Di ascoltare il cuore. E poi di abbracciarlo, «di accostare le labbra alla sorgente del cuore e bere» (San Bernardo). I padri antichi definiscono questo movimento: il ritorno al cuore: «trova la chiave del cuore. Questa chiave, lo vedrai, apre anche la porta del Regno» (San Giovanni Crisostomo). Che cosa cercate? Per chi camminate? Io lo so: cammino per uno che fa felice il cuore.
Proviamo a condividere qualche riflessione

PREGHIERA DIALOGATA

Genitori: Signore, aiutaci a seguirti e diventare poveri in spirito e puri di cuore,
misericordiosi e operate per la pace.

Figli: Signore, aiutaci a seguirti e a metterci a servizio gli uni degli altri;
vogliamo imitare te che sei il maestro e Signore proprio perché lavi i piedi a noi.

Genitori: Signore, aiutaci a seguirti e a vivere il tuo comandamento:
il primo tra voi sia il servo di tutti, il più grande come colui che serve.

Figli: Signore, aiutaci a seguirti, imparando ad usare misericordia,
a perdonare di vero cuore, ad accogliere ogni fratello, con la tua forza e sul tuo esempio.

Genitori: Signore, aiutaci a seguirti e a confidare nella forza dello Spirito,
che ci insegna a vivere la speranza, che ci educa alla carità
che è la novità che cambia il mondo, a cominciare dal nostro cuore.

Ad ogni preghiera rispondiamo: “Conservaci nella tua pace, Signore”.

– Signore Gesù, tu guardi con tenerezza il cuore di ogni uomo: aiutaci a riscoprire il profondo desiderio di verità che abita in ogni persona e la gioia autentica che nasce dall’incontro con Te. Preghiamo.

– Signore Gesù, tu non ti stanchi di passare nel nostro tempo: donaci il coraggio di cambiare la nostra vita, oggi, partendo da quello che siamo, lasciando i nostri egoismi e le nostre paure per incontrare Te ed i fratelli. Preghiamo.

– Signore Gesù, tu ci chiami a camminare e vedere: sostieni i nostri passi quando si fanno incerti nell’incontro con i fratelli ed apri i nostri occhi, perché possiamo riconoscere, nei nostri giorni, i segni del tuo amore che non tradisce mai. Preghiamo.

– Signore Gesù, tu ci insegni che l’unica via possibile è quella dell’unità: aiuta i cristiani a rimanere uniti in Cristo, a essere testimoni della Parola che non divide e a portare frutto, per essere tutti una cosa sola in Te. Preghiamo.

– Signore della pace, tu hai indicato la via della nonviolenza come strada per costruire un mondo più giusto. Un passo importante lungo questa via sarà fatto venerdì prossimo, quando entrerà in vigore il trattato ONU per la proibizione delle armi nucleari. Illumina la mente e il cuore dei governati di quei Paesi, come l’Italia, che non hanno ancora firmato quell’accordo, perché cambino rotta, si mettano in ascolto dei loro popoli e cancellino in modo definitivo la presenza di queste armi micidiali dalla faccia della terra. Preghiamo.

PADRE NOSTRO


Benedizione finale – I genitori segnano i figli sulla fronte
Benedici Signore la nostra famiglia … (i nomi di mamma, papà, dei figli)
E benedici tutte le famiglie, soprattutto coloro che hanno bisogno della serenità.
Ricordati di … (nomi di qualcuno che si vuol ricordare in particolare)
Veglia su di noi e accompagnaci in questo nostro cammino. Amen.


Impegno
Prendiamoci l’impegno di pregare insieme e impegniamoci a farci prossimo a chi è più difficoltà, anche contribuendo per le necessità che la parrocchia ci indica.