Supplica sulla Città e sulla Diocesi nella solennità di S. Paolino
O Dio, Padre di Gesù e Padre nostro, da troppi mesi ormai un virus aggressivo colpisce la nostra vita, rattrista il nostro cuore e mette a dura prova le nostre speranze.
Non è solo l’aggressività del virus a portarci a rivolgerti ancora una volta la nostra invocazione, ma anche l’invito di Gesù, tuo Figlio, a chiedere con fiducia perché Tu, Padre nostro, conosci ciò di cui i tuoi figli hanno bisogno e desideri dare loro cose buone.
Vogliamo dirti che a incoraggiare la nostra preghiera sono pure i numerosi segni e le tante manifestazioni del tuo amore che abbiamo notato in questi mesi: sono le famiglie che hanno riscoperto o sperimentato per la prima volta il gusto della preghiera in casa, dell’ascolto senza fretta, della condivisione degli impegni domestici; sono le comunità parrocchiali che, con i loro pastori, non hanno smesso di pregare, anche in condizioni di maggiore fatica, che hanno proseguito una comunicazione, soprattutto con i ragazzi e i giovani, che resta problematica; sono le tante persone che con coraggio e generosità, a partire dai medici, dagli operatori sanitari, esposti in prima linea, fino ai volontari, hanno ascoltato, soccorso le persone in pericolo di vita o in difficoltà; sono le persone che si sono adoperate per il bene comune, la sicurezza di tutti, dagli amministratori alle forze dell’ordine.
Per tutto questo bene, e per quel tanto altro bene che rimane a noi sconosciuto, ti vogliamo dire il nostro grazie.
In questi giorni di Maggio stiamo invocando, con la preghiera del Rosario, Maria, madre della speranza, madre di Gesù, tuo Figlio, nostra speranza, perché anche nelle nostre case, nei luoghi della nostra esistenza, soprattutto nei luoghi della sofferenza, non venga meno il conforto del tuo amore e la speranza che Gesù offre ai suoi amici.
Oggi anche S. Paolino, che veneriamo come patrono e riconosciamo come maestro della città di Senigallia e dell’intera Diocesi, si unisce alla nostra preghiera per chiedere con noi che Tu continui ad accompagnare le persone che vivono in questo territorio con il tuo amore che dà coraggio, consola e apre orizzonti di speranza.
Continuiamo a vivere giorni impegnativi per tutti. Tu non lasciarci soli nella prova; non lasciare sole nella loro sofferenza e trepidazione le persone ammalate; non lasciare solo nel proprio dolore chi ha perso una persona cara, un familiare, un amico; non lasciare sole le persone che sono angosciate per il proprio lavoro messo a rischio o, addirittura, perso; non lasciare sole le persone che devono prendere decisioni per il bene comune, le persone che si fanno carico delle sofferenze di altri e vanno in loro soccorso; non lasciare sole le persone che vivono in questo territorio perché la dolorosa e lunga prova che ci ha colpito non inaridisca il loro cuore, non incoraggi nessuna forma di egoismo, di chiusura, ma apprendiamo tutti ad apprezzare ancora di più quella cura reciproca, quella solidarietà, che rappresentano la risorsa preziosa della nostra umanità.
Ti chiediamo un ultimo dono. Non lasciarci soli di fronte alle tante e decisive domande che questa pandemia ha provocato tra di noi e che attendono la nostra risposta; donaci quella sapienza che ci guidi a individuare le risposte autentiche e ad attuare con determinazione le scelte che ci attendono, anche quelle che si presenteranno impegnative, che custodiscono il bene prezioso della vita, la nostra e quella della terra che ci hai affidato come nostra casa.
Così sia