Gesù, all’inizio della sua pubblica, compie un gesto scioccante, certamente per Giovanni Battista e forse anche per altre persone presenti al fiume Giordano. Gesù costringe Giovanni a dargli un battesimo che, come scrive l’evangelista Matteo nel vangelo appena proclamato (cfr Mt 3,13-17) veniva chiesto a Giovanni Battista dalle persone che da «Gerusalemme, da tutta la Giudea e da tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati» (Mt 3.5). Ora Gesù, non solo non ha alcun peccato da confessare, ma addirittura giustifica la sua richiesta di essere battezzato come “adempimento di ogni giustizia”, cioè come realizzazione del disegno di Dio, del suo progetto, sugli uomini.
Con il proprio gesto Gesù dice di volere condividere la condizione di peccatori di quelle persone (che è propria di ogni persona) giunte al Giordano, la condizione di chi riconosce, non solo di non essere in grado di arginare l’aggressione del male, ma anche di diventare, a volte alleato del male stesso.
Il gesto di Gesù, disapprovato inizialmente da Giovanni Battista, è però condiviso dallo Spirito di Dio che scende su di lui e dalla voce dal cielo (quella del Padre) che presenta quell’uomo, che aveva appena ricevuto il battesimo dei peccatori, come il Figlio amato, nel quale Dio si riconosce senza riserva.
Il battesimo di Gesù dice la ragione dell’incarnazione del Figlio di Dio: si è fatto uomo, ha condiviso la nostra umanità segnata dal peccato. Dice anche il senso del suo ministero che lo condurrà alla morte di croce: liberare dal male la vita degli uomini, la nostra vita, perché fossimo nuovamente in condizione di realizzare la nostra vocazione originaria, quella di persone amate dal Padre di Gesù come suoi figli.
L’azione liberatrice di Gesù, il Figlio di Dio che ha solidarizzato al fiume Giordano con i peccatori, che «portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia» (1Pt. 2,24), prosegue nella storia e ha nel sacramento del Battesimo la sua attuazione; non solo nel Battesimo, ma anche nella celebrazione dell’Eucaristia, la memoria della Pasqua di Gesù, della sua morte e risurrezione. E’ proprio quanto abbiamo chiesto a Dio nella Colletta della Messa: «Dio onnipotente ed eterno, che dopo il Battesimo nel fiume Giordano proclamasti il Cristo tuo amato Figlio mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo, concedi ai tuoi figli di adozione, rinati dall’acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo amore».