Funerale di Ghiennadi Mazzanti (31 gennaio 2018)

 “Non temere, soltanto abbi fede!”.  Gesù, di fronte alla notizia che raggiunge Giairo (“Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il maestro?”), non interrompe il suo cammino verso la casa di Giairo, invita quel padre a non temere, a continuare a credere.

Gesù continua quel cammino perché ha fiducia in Dio, che Lui considera il suo Abbà, il suo “Babbo”. Gesù sa che Dio lo ascolta sempre (cfr la preghiera al sepolcro di Lazzaro: «Padre ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto…», Gv 11,41-42).

Chissà cosa avrà pensato questo papà udendo l’invito di Gesù a non lasciare spazio alla paura, allo scoraggiamento,  ma a continuare ad aver fiducia in Lui. Giairo era andato da Gesù perché fiducioso nella sue capacità di guaritore («la mia figlioletta sta morendo; vieni a imporle le mani perché sia salvata e viva»). Ora né la sua fiducia in Gesù né la capacità terapeutica di Gesù sembrano in grado di far fronte a una situazione irrimediabilmente compromessa dalla morte della ragazzina.

In questa situazione, che blocca ogni via d’uscita e alimenta angoscia e disperazione, Gesù gli chiede di mantenere la fede, di tenere aperta la relazione con lui. A Giairo è chiesto di credere soltanto e non sulla base di una qualche promessa che anticipi positivamente un futuro ormai segnato in modo negativo, per la ragazza e per la sua famiglia, ma unicamente sulla parola di Gesù.

Inoltre la fiducia, che ha portato Giairo da Gesù e che Gesù invita a conservare, è costretta dalle circostanze a precisarsi non più come fiducia in Gesù guaritore, ma come affidamento a Gesù vincitore della morte, anche se questa precisazione non potrà essere conosciuta da Giairo in anticipo, ma solo accogliendo l’invito di Gesù a continuare a credere in Lui.

Oggi l’invito di Gesù a non lasciarci vincere dal timore (che può avere tanti nomi: lo smarrimento, il turbamento, lo scoraggiamento…, per la morte di Ghiennadi che ci ferisce profondamente) e a mantenere salda la fiducia in Lui, è rivolto a noi, anzitutto alla mamma e al papà di Ghiennadi, ai suoi compagni di classe, ai suoi amici Scout.

Gesù ci invita ad aver fiducia in Lui, ci invita a quell’affidamento che lo riconosce non più solo/tanto come un “Maestro” di vita (di maestri di vita ce ne sono tanti in circolazione), ma come il “Salvatore” della nostra vita (di salvatori della vita degli uomini non se ne vedono in circolazione).

Perché accogliere l’invio di Gesù a continuare ad aver fiducia in Lui, anche in situazioni come questa?

Perché Gesù si è fidato di Dio Padre, anche quando la morte che gli altri volevano infliggergli, una morte violenta, gli aveva messo paura e angoscia; e non è rimasto deluso.

Perché Gesù ha promesso ai suoi amici – e Ghiennadi è uno dei suoi tanti amici – che avrebbe preparato per loro un posto, vicino a lui, dove sta lui, accanto a Dio, il suo Abbà, il suo Babbo.

Perché Gesù ha manifestato con chiarezza al Padre il suo desiderio che nessuno dei suoi amici andasse perduto, ma che tutti potessero sperimentare la fortuna e la bellezza di sentirsi amati da Lui, come Gesù si sentiva amato.

E Gesù sta mantenendo la sua promessa. La morte ci ha rapito Ghiennadi, Gesù  però non lo lascia nelle mani della morte, ma glielo strappa di mano, perché lo vuole con sé, in quel posto che da sempre è preparato per lui; perché Ghiennadi, in anticipo su tutti noi, possa “vedere” il volto di Dio, che è il volto del Padre di Gesù, che vuole bene a tutti e opera per il bene di tutti i suoi figli e perché Ghiennadi, in anticipo su tutti noi, sia pienamente e per sempre felice, perché gode del compimento del desiderio di vita che abita il cuore di tutti, anche nel cuore di un adolescente.

Signore Gesù, Ghiennadi ora è con Te, ora vede il volto di Dio Padre, come lo vedi Tu; è con Te, là dove le lacrime non riempiono più gli occhi e impediscono di vedere il volto di Dio, là dove il cuore non è più turbato dalla paura e dove la vita non è più minacciata e ferita.

Ti chiediamo di continuare con noi il cammino della vita, di continuare a invitarci a non temere quando la vita ci mette paura, ad avere soltanto fiducia in Te, il Salvatore. Aiutaci ad accogliere sempre questo tuo invito, come ha fatto Giairo quel giorno, perché anche noi possiamo giungere a quella casa, dove siamo attesi dal Padre, da Te, da Ghiennadi e dai nostri cari. E Tu, come hai fatto quel giorno nella casa di Giairo, con la sua figlia, riconsegnerai Ghiennadi a tutti noi. Amen