Funerale don Mario Pasquinelli (8 gennaio 2020)

La nostra esistenza è caratterizzata da tante attese, attese semplici, quotidiane, a volte quasi banali  e da  attese grandi, importanti, decisive. Dietro le nostre attese stanno le nostre speranze, speranze piccole, quotidiane e speranze grandi, importanti, speranze di cui abbiamo bisogno per vivere, per condurre la nostra esistenza con la pace nel cuore.

Per questo l’insistente invito che Gesù ci rivolge nel vangelo (Lc 12,35-40) a essere pronti quando lui giungerà di nuovo non ci deve inquietare, mettere paura, anche se lui ricorre alla strategia del ladro per forzare un’abitazione. Non ci dobbiamo inquietare anzitutto perché il Signore mostra di apprezzare “i servi” che attendono il ritorno del padrone stando svegli e operosi: li chiama “beati” (fortunati, persone da apprezzare). Assicura inoltre che se ci troverà come quei servi, anche lui, come il padrone della breve parabola, ci farà sedere alla sua mensa e si metterà a nostro servizio. Lui diventerà nostro servitore.

Infine a renderci sereni di fronte all’invito di Gesù sono le parole dell’apostolo Paolo ai cristiani di Filippi: «La nostra cittadinanza, infatti, è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso», 3,20-21). Dalle parole dell’Apostolo emerge che Gesù Risorto, il Signore che ha “il potere di sottomettere a sé tutte le cose”, non viene da noi come il ladro che ci deruba della vita, ma come il salvatore che “trasfigura” la nostra fragile persona a immagine della suo corpo glorioso, della sua esistenza risorta.

Per don Mario l’attesa del Signore Gesù si è ormai conclusa e il Salvatore “trasfigurerà il suo corpo ferito dalla malattia per conformarlo al suo corpo glorioso”. Don Mario ha servito il Signore come generoso pastore nella nostra Chiesa di Senigallia per ben 58 anni di sacerdozio. Tra i suoi servizi pastorali emerge quello di parroco a Borghetto dal 1972 al 2014. La parrocchia di Borghetto è cresciuta con don Mario: da borgo di poche case a paese. E’ cresciuta grazie al ministero di don Mario, il quale ha amministrato i sacramenti della vita cristiana e ha dotato la comunità parrocchiale di quegli ambienti, a partire dalla costruzione della chiesa parrocchiale, che ne garantiscono la coesione e la vitalità. Come non ricordare poi la cura dei ragazzi che si manifestava nel favorire una sana attività sportiva e la passione per il canto liturgico che portava don Mario a cantare nel coro parrocchiale?

Negli ultimi anni una malattia invalidante ha progressivamente impedito a don Mario di proseguire nel suo ministero di parroco a Borghetto, prima e di collaboratore parrocchiale a Chiaravalle, poi. Anche se per questa impossibilità don Mario ha sofferto molto, confidiamo che il suo servizio al Signore e alla nostra chiesa diocesana, sia stato ugualmente prezioso.

Don Mario, la nostra chiesa diocesana ringrazia il Signore per averle donato un pastore fedele e ringrazia te per il tuo lungo e generoso ministero pastorale. Ora che per te sono trascorse le cose della terra e il Signore, che hai atteso e servito, ti accoglie e ti serve alla mensa dell’amore del Padre che trasfigura ogni esistenza, continua ad accompagnare il cammino della comunità di Borghetto, della nostra chiesa diocesana. E non dimenticarti dei ragazzi, perché crescano non solo in età, ma anche in sapienza e in grazia e perché non abbiano timore di dedicare la propria vita, come hai fatto tu, al servizio del Signore nella sua Chiesa.