Giorno di Natale 2018

Tra i testi della Messa di Natale celebrata a mezzanotte e quelli di questa Messa, la Messa del giorno, c’è un filo rosso che li unisce: il riferimento alla luce per illustrare l’impatto che la nascita del Figlio di Dio ha sulla storia degli uomini, sull’esistenza di ogni uomo, quindi anche sulla nostra esistenza.

La pagina del profeta Isaia letta nella notte parlava di “un popolo che camminava nelle tenebre e che ha visto una grande luce” e di “una luce che rifulse su coloro che abitavano la terra”. Nel racconto della nascita di Gesù l’evangelista Luca segnalava che “la gloria del Signore avvolse i pastori di luce”.

Il vangelo di Giovanni, appena proclamato ci ha rivelato che nel Verbo di Dio “era la vita e la vita era la luce degli uomini”; che questa “luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta”, più avanti che questa “luce che illumina ogni uomo veniva nel mondo”.

E’ opinione comune che senza luce non si può vivere; quando viene a mancare la luce, quella degli occhi per una malattia o quella elettrica per un guasto, si blocca tutto, i nostri movimenti diventano insicuri e la paura s’impadronisce di noi.

Alla luce poi affidiamo il compito di rendere ancora più gioiose le nostre feste.

Tuttavia, per condurre un’esistenza serena non basta la luce degli occhi, né la luce che illumina le nostre case, la nostra città e i nostri paesi. Abbiamo bisogno anche e soprattutto di un altro tipo di luce, quella che ci consente di fare chiarezza nel nostro cuore, di individuare le buone pratiche della vita, di saper chiamare le cose con il loro nome giusto, di conoscere l’approdo della nostra esistenza…

Quando questa luce viene a mancare o si fa troppo debole, la nostra esistenza diventa prigioniera delle tenebre (quelle delle tante paure, dello scoraggiamento, dell’iniquità, della menzogna, della confusione, della sofferenza).

Giovanni nel vangelo ci ha Detto che Gesù, il Verbo di Dio, è la “luce vera che illumina ogni uomo” e che “è venuta nel mondo”. Questa luce è venuta nel mondo, non per un breve periodo, quello della vita terrena di Gesù, ma per restarci; non per illuminare solo il ristretto numero di persone che hanno incontrato Gesù, che sono stati suoi contemporanei, ma per dare a ogni uomo e a ogni donna quella luce di cui hanno bisogno per vivere un’esistenza all’altezza delle loro attese.

L’evangelista Giovanni ci ha anche detto che le tenebre hanno contrastato questa luce, hanno cercato e continuano a cercare di spegnerla, di impedirle di illuminare l’esistenza degli uomini e delle donne, ma non ci sono riuscite.

Le tenebre che si oppongono a questa luce ci sono note: sono la prevaricazione dei potenti sui deboli, l’evasione della giustizia, la violenza che toglie la vita, l’inganno che nasconde la verità, la truffa che si impadronisce dei beni altrui, la chiusura del cuore di fronte a chi chiede solidarietà, le parole dei cattivi maestri e quelle dette per colpire, per ferire chi non condivide le nostre opinioni, la paura che travisa la realtà.

Il sapere che queste tenebre non hanno prevalso su Gesù, sulla sua vita, sul suo modo di stare al mondo, di trattare le persone, non può che incoraggiarci, perché ci sapere che quella contro le tenebre non è una battaglia persa, che è possibile opporsi con successo ad esse e non diventare loro alleati con il nostro modo di pensare e di agire nella vita.

Il mio augurio di buon Natale: che la luce portata da Gesù, la luce che è Gesù, diradi anzitutto le tenebre che oscurano il nostro cuore, che ci aiuti a individuarle con lucidità e onestà.

L’augurio anche che lasciamo trasparire questa luce con la nostra esistenza che cerca la giustizia, pratica l’onesta, coltiva relazioni solidali, che non procuri sofferenza… perché le tenebre che ci fanno paura e soffrire non abbiano ad avere il sopravvento.