IV domenica d’Avvento (24 dicembre 2023)

San Paolo nella seconda lettura (Rm 16,25-27) ci dice che questo disegno è rimasto a lungo segreto (“avvolto nel silenzio”) e che finalmente è stato rivelato dal vangelo che annuncia Gesù. Paolo ci dice anche che il disegno di Dio riguarda “tutte le genti”, tutte le persone di ogni cultura, di ogni razza, con i loro percorsi di vita; nessuno ne è escluso. Dal vangelo che racconta Gesù, la sua vita, noi veniamo a sapere che il disegno che Dio ha sulle persone, su ognuno di noi, nasce dalla sua decisione di amarci come figli, come ama Gesù suo Figlio e dal suo desiderio che noi ci lasciamo amare da Lui, che fa di noi, creature fragili, spesso confuse, suoi figli, suoi famigliari (“l’obbedienza della fede” di cui parla S. Paolo nella seconda lettura).

Nella preghiera della Colletta si dice che Dio si fa aiutare dalle persone “umili” a portare a compimento il suo progetto. Chi sono le persone umili? Sono le persone che non contano, che non hanno seguito, non fanno notizia, non hanno il potere dei grandi, hanno scarse risorse (economiche, di capacità personali, di opportunità della vita…), ma che però si rendono disponibili, hanno fiducia in Lui, non si chiudono in se stesse, prigionieri del proprio orgoglio e della propria presunzione, nemmeno delle proprie fragilità, delle proprie povertà.

Maria, una ragazza di Nazareth è una di queste persone, una ragazza come tante, fidanzata di Giuseppe, un giovane del suo paese, una ragazza che resta turbata alle parole che l’angelo Gabriele le rivolge (“piena di grazia: il Signore è con te”) e che fa tante domande, a se stessa, all’Angelo e che, alla fine, si fida delle parole dell’Angelo e si dichiara disponibile perché il Dio grande e misericordioso possa dare compimento al suo disegno e desiderio.

Nella preghiera chiediamo a Dio, che la Chiesa, cioè ciascuno di noi, accolga Gesù (“il Verbo”), come lo ha accolto Maria (“sull’esempio di Maria”).

Quanto ci viene detto dalla parola di Dio e dalla preghiera della Chiesa può dare serenità al nostro cuore. Anzitutto perché ci è stato ricordato che Dio ha un disegno buono su di noi, offrirci il suo amore di Padre, un amore che è per tutti, anche per quelli che si sentono feriti dalla vita, che patiscono la solitudine degli affetti. E poi perché il Dio grande e misericordioso ha fiducia in noi, conta su di noi che non solo siamo umili, ma che spesso ci sentiamo umiliati per la nostra condizione di persone ferite, fragili. Anche noi possiamo dare un mano a Dio per portare a compimento il suo disegno di salvezza, di amore.

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