Omelia in occasione del raduno dell’Associazione Nazionale Carabinieri (Senigallia, 17 aprile 2004)

Senigallia, 17 aprile 2004

1. Sul far della sera, al termine di un Giorno che non ha l’uguale nella storia umana, Gesù risorto appare ai suoi discepoli riuniti nel Cenacolo.
Vincitore della morte e del peccato, il Salvatore porta e distribuisce doni preziosi. Anzitutto il dono della pace. Per ben tre volte, nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato, il Risorto rivolge agli apostoli queste parole che non sono soltanto un saluto e un augurio, ma l’offerta di un dono, il compimento di una promessa: “Pace a voi” (Gv 20,19-31).
Non è una pace qualsiasi quella che dona il Signore risorto, ma una pace che si collega ad un altro dono, quello dello Spirito Santo: “Ricevete lo Spirito Santo”. Lo Spirito Santo, come si sa, è il principio, la fonte dell’amore. Dunque la pace donata da Cristo è una pace che è frutto dell’amore. Se c’è l’amore è possibile la giustizia, è possibile il perdono, è possibile una vita più umana e fraterna, è possibile la vera pace.
Sempre, ma soprattutto in questi tempi, segnati da orribili e sconvolgenti atti di violenza, di barbarie, di terrorismo e di guerra abbiamo bisogno di pace.
La pace che il Risorto offre è la pace autentica, perché tocca il cuore delle persone, prima ancora che le istituzioni e le strutture. E’ la pace che rende capaci di riconoscere la dignità della persona, soggetto di diritti inviolabili; rende capaci di amare la comunità degli uomini e di mettersi al suo sevizio per realizzare il bene comune.

2. Rivolgendosi ai Carabinieri, all’indomani del Grande Giubileo, il papa Giovanni Paolo II li esortava ad essere “ministri della sicurezza e della libertà del popolo”, ad essere “uomini di pace”.
Desidero oggi ripetere a voi, Carabinieri che siete ospiti della nostra città per il vostro raduno nazionale, queste stesse parole del romano pontefice.
Il Paese vi circonda di simpatia, di stima e di fiducia. Non si fa fatica a scoprire tale ragione nelle virtù che distinguono la Benemerita, come il senso dell’onore, e ancor più quello del dovere, l’obbedienza, la fedeltà, il coraggio, la bontà e soprattutto il sacrificio.
Tra i tanti esempi che rendono gloriosa la storia dell’Arma non possiamo dimenticare quello del Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto, medaglia d’oro al valore militare, martire della carità. Con lui vogliamo ricordare tutti coloro che hanno perso la vita nel compimento del proprio dovere; tra i caduti più recenti ricordiamo in particolare i militari di Nassiriya.
Non c’è pace senza persone generose che si mettano al servizio della comunità, fino all’estremo sacrificio di sé, per garantire l’ordine pubblico, per difendere la legalità e la giustizia, per proteggere i deboli, per soccorrere i bisognosi.
In quanto credenti in Cristo, sentiamo il bisogno di pregare per tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per il bene della comunità; preghiamo per loro e per le loro famiglie. In particolare vogliamo pregare e allo stesso tempo impegnarci concretamente per la costruzione della pace. A voi tutti, militari dell’Arma, auguro di essere sempre e ovunque, anche quando in congedo, operatori di pace, pronti a dare sicurezza e speranza, facendo affidamento non solo sulle vostre energie, ma sulla forza dell’amore dello Spirito Santo che il Risorto ci ha donato. Interceda per voi e vi protegga sempre Maria Santissima, la Virgo fidelis.

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