Omelia nella consacrazione nell’Ordo Virginum di Chiara Pongetti (Cattedrale di Senigallia, 21 aprile 2012)

Senigallia, 21 aprile 2012

1. Nella gioia del tempo pasquale, tempo in cui ci rallegriamo per la risurrezione di Gesù, per il suo amore che ha vinto il male e la morte, oggi ci è data una gioia tutta particolare: quella, carissima Chiara, della tua consacrazione a Dio nell’Ordo Virginum della nostra Chiesa di Senigallia.
La gioia che oggi colma il tuo cuore ha una sua precisa sorgente: è Gesù stesso che da sempre ti ha pensato, ti ha amato, ti ha fatto sperimentare la dolcezza della sua misericordia, la bellezza del suo volto. Nella sua infinita bontà Egli ti ha scelto come sua sposa; per questo ti dice, con le parole del profeta Osea, “Vieni, ti farò mia sposa per sempre” (Osea 2,21). Si compie così il disegno sponsale di Dio sulla tua vita: con la consacrazione sarai unita per sempre al Signore Gesù, tuo sposo diletto.
Se è gioia grande per te, è anche gioia grande per la nostra Chiesa che ti ha generato alla fede, ti ha visto impegnata in parrocchia, in Azione Cattolica, in particolare nella pastorale giovanile, e ora vede che ti metti al suo servizio, stabilendo un rapporto speciale di collaborazione con il Vescovo, che della Chiesa locale è padre e pastore. In effetti anche per me Vescovo è gioia grande: tra i doni e le gioie che ho ricevuto in questa amata Chiesa di Senigallia ci sono soprattutto le ordinazioni al ministero e le consacrazioni alla vita religiosa, tra le quali quelle nell’Ordo Virginum; tu, Chiara, sei la terza sorella della nostra Chiesa che questa sera ho la gioia di consacrare in questo antico, e recentemente riscoperto, rito dell’Ordo Virginum.
La festa che dunque questa sera celebriamo è una festa nuziale, una festa di matrimonio. Lo ricorda anche l’anello che tra poco ti sarà consegnato come segno e vincolo di amore e fedeltà che ti unisce allo sposo divino.
Tu divieni sposa di Cristo, ma in realtà la sposa di Cristo è la Chiesa. Ciò significa che tu vieni scelta come sposa in quanto immagine e icona della Chiesa. Nella tua vita sei pertanto chiamata a rendere visibile l’amore che unisce Cristo e la Chiesa. Devi amare la Chiesa come la ama il Signore e devi amare il Signore come lo deve amare la Chiesa.

2. Il Vangelo che abbiamo poc’anzi ascoltato ci introduce a cogliere una caratteristica tipica della vita consacrata e della missione che ad essa è connessa. Il brano di Luca terminava con le parole: “di questo voi siete testimoni” (Lc 24,48). Ecco la consegna che il Signore risorto ha lasciato agli apostoli prima di salire al cielo: quella di rendergli testimonianza. Ma si tratta di una missione e una responsabilità che non è esclusiva degli apostoli; essa compete, pur in gradi e forme diverse, a tutti i battezzati e alla comunità cristiana nel suo insieme. E‘ una missione e una responsabilità che vale anche per chi si consacra nell’Ordo Virginum.
Ma in che cosa consiste la testimonianza propria di una consacrata nell’Ordo Virginum,? E’ la testimonianza di una totale fedeltà, di un amore totale allo sposo che si realizza non fuggendo dal mondo, ma vivendo in mezzo ai fratelli negli ambienti normali della vita quotidiana e immergendosi nella vita ordinaria della Chiesa locale. Una totale fedeltà e un amore totale che sia di esempio e di stimolo a tutti i fedeli, in particolare a tutte le persone sposate che sono chiamate a vivere la loro vocazione nel sacramento del matrimonio.

Abbiamo sentito nella prima lettura, tratta dal libro della Genesi, che il Signore promise ad Abramo, come ricompensa alla sua fedeltà, una vita feconda: “Guarda in cielo e conta le stelle…tale sarà la tua discendenza” (Gn 15,1-6). La testimonianza della consacrata nell’Ordo Virginum è una testimonianza che è caratterizzata dalla fecondità.
Con la consacrazione tu, Chiara, rinunci alla gioia di un amore coniugale e alla gioia di avere ed educare dei figli: una scelta che ad alcuni può sembrare strana e certamente controcorrente. Ma se rinunci alla fecondità fisica, non rinunci alla fecondità spirituale. Anzi, il Signore ti chiama ad essere madre di una moltitudine di persone: Egli renderà il tuo cuore grembo fecondo per rigenerare alla vita vera tante persone, e in particolare i giovani che sono alla ricerca di senso per la loro esistenza; avrai figli e figlie a cui non donerai la vita fisica, ma per i quali sarai strumento prezioso nelle mani del Signore per dare loro luce, speranza, gioia di vivere.
Oltre che feconda, la testimonianza di una vergine consacrata si caratterizza come luminosa. Tu, Chiara, ti sei presentata davanti a me e alla chiesa con la lampada accesa. Sii sempre luce per tutte le persone che nel corso della tua vita avrai modo di incontrare: luce che illumina, rischiara, riscalda, fa fiorire, fa nascere o rinascere la vita; luce non tua, ma quella che viene dallo Sposo al quale intimamente e indissolubilmente ti unisci questa sera.

3. Grazie, cara Chiara, per il tuo “sì”, il tuo “eccomi” che dici al Signore. Certamente lo dici con trepidazione e con umiltà: per questo, come segno della tua povertà, ti prostrerai a terra tra qualche istante. In effetti nessuno può ritenersi degno o meritevole di una chiamata così alta e bella. Ma non avere timore. Non sei sola. Il Signore risorto, con il rito della consacrazione, ti dona il suo Spirito. Unita al Signore, soprattutto con la preghiera liturgica delle Ore, che oggi ti viene ufficialmente consegnata, e con la partecipazione quotidiana all’Eucaristia, avrai la forza per affrontare ogni prova e difficoltà; unita a Lui, pur partecipando al mistero della sua croce, potrai assaporare quella gioia che soltanto lui può dare.
Grazie alla tua famiglia, che ti ha trasmesso il dono della vita e ti ha sempre accompagnato con affetto e discrezione. Grazie a tutti coloro che ti hanno aiutato con la direzione spirituale, con l’amicizia, con l’affetto, con la preghiera. Grazie alle tue sorelle dell’Ordo Virginum per l’accoglienza che ti riservano e per il fraterno rapporto che con te vorranno consolidare.
Mi auguro che il tuo esempio possa incoraggiare altri giovani, ragazzi e ragazze, a interrogarsi sul senso della vita, cercando di capire quale è il progetto che il Signore ha su ciascuno. Mi auguro in particolare che chi si sente chiamato ad una vita di totale donazione a Dio e ai fratelli non rinunci alla bellezza di questa vocazione, ma abbia il coraggio di dire “sì”, “eccomi”, “io vengo”: è la risposta che non delude, è la risposta che riempie di luce, di senso, di gioia, tutta la vita.
Affidiamo a Maria, Madonna della speranza, patrona della nostra diocesi, la tua consacrazione, carissima Chiara, perché anche tu come lei sappia cantare ogni giorno l’inno di lode: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1,46-48). Così sia.