Senigallia, 23 settembre 2011
1. Carissimi, all’inizio del nuovo anno scolastico, sono molto lieto di incontrarvi insieme con i vostri insegnanti e i dirigenti scolastici. E’ vero che ho incontrato molti di voi in parrocchia, in particolare in occasione della Cresima; ma quella di oggi, alla riapertura delle scuole, è per me un’occasione preziosa per rivolgervi un cordiale saluto e un sincero augurio perché questo nuovo anno scolastico sia ricco di frutti buoni e di belle esperienze.
2. Una cosa a me preme dirvi per l’affetto e la simpatia che ho per ciascuno di voi: mi sta molto a cuore la vostra umanità, la vostra crescita in umanità. Penso peraltro che il tempo della scuola, il tempo dello studio, sia un tempo prezioso per raggiungere questo fine.
Abbiamo ascoltato nella prima lettura una pagina straordinaria di Qoelet, un sapiente anche provocatorio dell’Antico Testamento. Qoelet dice che nella vita ci sono momenti diversi, per ogni cosa c’è il suo tempo: c’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per rallegrarsi e un tempo per rattristarsi, un tempo per parlare e un tempo per tacere e così via (Qo 3,1-11). Noi potremmo aggiungere: c’è un tempo per le vacanze, per il riposo, per il gioco, e c’è un tempo per lo studio, per la ricerca, per l’impegno. Quello della scuola in effetti è il tempo dell’impegno, un tempo molto importante, perché è particolarmente finalizzato a crescere in umanità.
3. Crescere in umanità significa realizzare se stessi, nella consapevolezza della dignità immensa che abita ciascuno di noi. Ce lo ricordava il Salmo responsoriale: l’uomo è il vertice della creazione; non esiste per caso, è uscito dalle mani di Dio ed è fatto poco meno degli angeli (Sal 8). Ogni persona è amata da Dio e Dio desidera che ogni persona assecondi quel desiderio insopprimibile di felicità che è presente nel cuore di ciascuno. A questo riguardo il Vangelo delle beatitudini (Mt 5,1-12) che abbiamo ascoltato ci indica la via cristiana alla felicità: sono beati, cioè felici, i puri di cuore, i misericordiosi, gli assetati di giustizia e di pace. La via alla felicità è la via dell’amore, della libertà, della bellezza.
3. Anche la scuola è un luogo per crescere in umanità. In che modo a scuola, attraverso lo studio e nel rapporto con i docenti e con i compagni, si può crescere in umanità, si può realizzare un cammino indirizzato alla pienezza di una vita buona e bella? Che cosa offre la scuola, quale è la sua funzione?
Spesso si parla della scuola per dire che è in crisi, per evidenziarne i problemi, le mancanze, le difficoltà. Sono aspetti reali. Eppure la scuola è importante ed è insostituibile per aiutare i ragazzi, i giovani, a crescere in umanità. In che modo, dunque?
Anzitutto attraverso l’istruzione, e cioè attraverso la trasmissione di quel sapere che nel tempo si è sviluppato e costituisce il patrimonio culturale della nostra società. Si cresce in umanità se si allargano e si approfondiscono le conoscenze, se si apprendono le nozioni che arricchiscono la mente, allargano gli orizzonti.
Tutto questo è necessario, ma non basta. Non è sufficiente sapere tante cose, apprendere tante nozioni, acquisire delle abilità operative. Occorre anche essere capaci di conoscere il perché delle cose, il senso dei diversi momenti della vita; è necessario cercare la via per essere felici e realizzare perciò una vita buona e bella. Si cresce in umanità soprattutto se si riesce a scoprire e vivere i valori fondamentali della vita, se si riesce a discernere ciò che veramente è buono, bello, vero. Questo è il compito propriamente educativo ed è questa la sfida che con urgenza oggi si pone a tutta la nostra società, e particolarmente, sebbene non esclusivamente, alla scuola. La scuola infatti esiste non solo per istruire, ma anche e soprattutto per educare.
Un altro aiuto che voi ragazzi potete trovare nella scuola per crescere in umanità è quello che proviene dal rapporto con i vostri compagni di studio. La scuola è il luogo dove ci si trova a vivere con gli altri. Si cresce in umanità se, superando l’individualismo e vincendo il ripiegamento su di sé, ci si apre agli altri e alla loro diversità, si stabiliscono con i compagni rapporti di sincera amicizia, di rispetto, di collaborazione e di solidarietà con un’attenzione particolare verso i più deboli e fragili.
4. Cari ragazzi, io vi auguro che la scuola vi aiuti in tutto questo. Certamente il compito educativo è difficile, soprattutto nelle condizioni della odierna società, ma è possibile: è possibile con la collaborazione di tutti, e perciò anche con la collaborazione di voi studenti.
Vi auguro di incontrare insegnanti che siano non solo bravi, esperti nella loro materia, ma anche capaci di cercare la verità, di comprendere i vostri problemi, di rispondere alle vostre domande di senso, di segnalarvi percorsi di solidarietà, di aiutarvi ad abitare il mondo.
Vi auguro che ogni compagno di scuola sia un vero amico con cui condividere il cammino della vita.
Rivolgo un cordiale augurio anche ai dirigenti scolastici e ai docenti: grazie di cuore per il vostro lavoro. Malgrado le difficoltà che oggi si registrano nel mondo della scuola vorrei dirvi che il vostro impegno educativo è prezioso e sarà tanto più fecondo quanto più svolto in sinergia con le altre agenzie educative, tra le quali in primo luogo la famiglia. La Chiesa da parte sua è ben lieta di offrire la sua collaborazione.
A tutti auguro un buon anno scolastico, con la benedizione del Signore.