Omelia nell’apertura del Sinodo Diocesano (Senigallia, 4 ottobre 2009)

Senigallia, 4 ottobre 2009

1. Un avvenimento di grande gioia e speranza, quello che viviamo in questa circostanza. La nostra convocazione ci riporta a quanto narrato dalla prima lettura (Gs 24,1-2.15-17b) riguardo ad un momento particolarissimo della storia di Israele: il popolo, dopo il viaggio nel deserto, arrivò al fiume Giordano e prima di proseguire il cammino entrando nella terra promessa si riunì presso Sichem in una grande assemblea liturgica: era un’assemblea di preghiera, convocata per confermare la disponibilità a seguire il Signore, ad ascoltare la sua parola e a metterla in pratica.
La Chiesa che è pellegrina a Senigallia in tutte le sue componenti è qui convocata stasera in assemblea, ugualmente per una solenne celebrazione liturgica: siamo qui per aprire ufficialmente il Sinodo Diocesano invocando su di esso una nuova effusione dello Spirito Santo; prende oggi inizio formalmente il cammino da farsi insieme in vista di un rinnovamento – tale è lo scopo – della nostra Chiesa diocesana per essere più conforme a Cristo, suo Maestro e Signore. Un rinnovamento che riguarda sia l’essere sia l’operare della comunità ecclesiale: rinnovamento nel senso di una comunione più profonda tra i cristiani, le parrocchie, i gruppi ecclesiali come pure rinnovamento nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo per meglio rispondere alle sfide del nostro tempo e metterci con più efficacia al servizio degli uomini e delle donne del nostro ambiente.
Portiamo nel cuore tutte le persone e tutte le realtà presenti nella nostra Diocesi e nel nostro territorio. E’ per amore del Signore e per amore di questo popolo che intraprendiamo il cammino sinodale.

2. Il rinnovamento della nostra Chiesa particolare che è in Senigallia non può non avere come punto di riferimento la primitiva comunità cristiana. Gli “Atti degli Apostoli” ci riferiscono che i primi cristiani erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere (At 2,42-43). E concludono con una espressione sintetica quanto mai significativa: avevano “un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32-33).
“Un cuor solo e un’anima sola”: è questa la realtà profonda della Chiesa, chiamata ad essere specchio della Trinità, gloria vivente di Dio, manifestazione dell’amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
“Un cuor solo e un’anima sola”: è questo anche il tema centrale e lo scopo fondamentale del nostro Sinodo: è l’obiettivo a cui deve tendere tutto il cammino, guidando e illuminando ogni suo passo. E’ alla luce di questo ideale che deve compiersi la nostra conversione e progettazione pastorale.

3. Il Sinodo è uno straordinario evento di grazia. E’ lo Spirito Santo che ci convoca, perché Lui è l’anima della Chiesa, la guida della Chiesa, il sostegno della Chiesa. E’ lo Spirito Santo che ci interpella e ci invita ad una conversione personale e comunitaria. Ci chiede: come vivete il Vangelo? Come lo annunciate? Siete veramente uniti tra di voi, tra le vostre parrocchie, tra i vostri gruppi? Sapete interpellare gli uomini di oggi? Sapete rispondere alle loro domande, alle loro aspettative, alle loro speranze? Portate loro con la parola e la testimonianza l’annuncio dell’amore di Dio? Sapete interpretare i “segni dei tempi”? Che cosa fate per contribuire alla costruzione di una società più giusta e più solidale?

4. Il cammino sinodale, come è stato annunciato, avrà la durata di alcuni anni. Il primo anno che da oggi ha ufficialmente inizio sarà dedicato all’ascolto: ascolto dello Spirito Santo, ascolto reciproco degli uomini e delle donne del nostro territorio, ascolto della realtà sociale, religiosa e pastorale della nostra Chiesa senigalliese.
Anzitutto ascolto dello Spirito: è Lui che ci fa conoscere la verità tutta intera: “Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera” (Gv 16, 13). E’ la verità di Dio, del Suo amore, del suo piano di salvezza, ma anche la verità del nostro essere, dei nostri doni e dei nostri limiti, delle nostre fedeltà e delle nostre inadempienze; è Lui che può farci conoscere le mete verso cui incamminarci, gli obiettivi verso cui dirigerci. E’ Lui che può darci il dono della profezia, dono di cui la Chiesa ha bisogno sempre, ma particolarmente in questo tempo, scosso da profondi e rapidi mutamenti. Siamo certi che sarà anzitutto e prima di tutto l’ascolto dello Spirito ad assicurare l’efficacia del nostro cammino sinodale.
Allo stesso tempo vogliamo ascoltare le attese, i desideri, le domande di senso dei nostri contemporanei; quanti incontriamo nelle nostre assemblee liturgiche e quanti vivono ai margini o non si riconoscono nel mondo ecclesiale: vogliamo cercare di capire che cosa arde nei loro cuori e che cosa invece suscita paura e diffidenza.
Vogliamo anche metterci in ascolto delle istituzioni (perciò abbiamo invitato alla presente celebrazione i Sindaci del nostro territorio), come pure le varie realtà del nostro ambiente per conoscerne i problemi e i progetti e vedere insieme come possiamo contribuire al bene comune.
Vogliamo infine prestare attenzione ai “segni dei tempi”, agli avvenimenti e alle tendenze della storia, per cogliervi le chiamate di Dio, proprio perché Dio parla anche attraverso queste realtà (cf. Gaudium et spes, n.4). Nei fatti della storia c’è sempre un messaggio di Dio che occorre discernere e interpretare.

5. Iniziamo questo cammino sinodale con speranza, sapendo di poter contare sulla luce e sulla forza dello Spirito Santo.
In particolare affidiamo questo nostro itinerario a Maria, che nella nostra Diocesi invochiamo come Madonna della Speranza. Lei che nell’ascolto della Parola si è fatta la prima discepola di suo Figlio; Lei che alle nozze di Cana disse ai servitori: “fate quello che Gesù vi dirà” (Gv 2,5), aiuti tutti noi a fare quello che suo Figlio vorrà dirci per il bene della Chiesa e della comunità degli uomini che vive nel nostro territorio. Ci aiuti a non scoraggiarci di fronte alle difficoltà, ci sostenga nella fatica dell’impegno. Lei che è Madre di Gesù e della Chiesa, ci faccia sentire la sua materna vicinanza, ci accompagni in ogni nostro passo con la sua potente intercessione.
E insieme a Maria intercedano per noi anche i santi e beati del cielo, che veneriamo come amici e patroni: San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, di cui oggi la Chiesa celebra la festa, San Paolino da Nola, patrono principale della nostra città e diocesi di Senigallia, Santa Maria Goretti, la martire di Corinaldo, e il Beato Pio IX, figlio illustre della nostra terra.
Chiesa di Senigallia, buon cammino sotto la guida e con la forza e la luce dello Spirito Santo! Buon cammino in compagnia di Maria! Buon cammino con l’aiuto dei nostri amici del cielo.