Omelia per l’inizio del ministero nella Diocesi di Senigallia (Chiesa Cattedrale di Senigallia, 10 gennaio 2016)

Senigallia, 10 Gennaio 2016. Battesimo di Gesù

Grazie per la vostra presenza e un cordiale saluto a tutti: al popolo di Dio delle Chiese di Senigallia e di Crema, alle eminenze il card. Menichelli e il card. Grek, ai confratelli Vescovi, ai presbiteri di Senigallia e di Crema, alle persone consacrate e alle autorità civili e militari. Permettete un particolare ringraziamento ai ragazzi e ai giovani che mi hanno accompagnato in Cattedrale e un affettuoso saluto al Vescovo Giuseppe, che ha guidato per tanti anni la nostra Chiesa di Senigallia con amore di pastore.

Oggi facciamo memoria del Battesimo di Gesù al Giordano, che accade proprio all’inizio del suo ministero.

Cosa può dire il battesimo di Gesù a un Vescovo che inizia il suo ministero e a una Chiesa che lo accoglie?

Mi pare che il battesimo di Gesù conduca entrambi, il Vescovo che inizia il suo  ministero e la Chiesa che lo accoglie, al cuore dell’esperienza cristiana e al cuore del compito del Vescovo con la sua Chiesa.

E’ la voce dal cielo – Dio stesso – che ricorda che quell’uomo, confuso tra la folla di peccatori che chiedeva il battesimo a Giovanni, dal nome comune a tanti in Israele – Gesù – è il Figlio di Dio, da Lui amato e nel quale Lui si riconosce.

Luca con Marco segnalano che Dio si rivolge direttamente a Gesù, per Matteo invece i destinatari di quella comunicazione sono le persone presenti al Giordano.

Oggi i destinatari di quella comunicazione siamo noi, il Vescovo che inizia il suo ministero con la sua Chiesa che lo accoglie. La comunicazione che proviene dal cielo ci ricorda che al cuore dell’esperienza cristiana sta Gesù, il Figlio che Dio ama, nel quale si riconosce e che ha lasciato partire da Sé, perché ci ama; sta Gesù che “ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità” (come scrive l’apostolo Paolo al discepolo Tito), per rompere cioè il monopolio del male, con tutte le sue devastanti espressioni, sulla storia degli uomini e nostra personale e che ci insegna la vita “piena di opere buone”, quella vita che lui ha mostrato con la propria esistenza, e che ci consente di avere  accesso, nella speranza, alla vita stessa di Dio, messa da Lui a nostra disposizione come eredità preziosa.

Con Gesù è apparso chiaro a tutti che Dio ama gli uomini e le donne che abitano il mondo, non per un qualche loro titolo di merito, ma per la sua misericordia, cioè con un amore che non si lascia determinare dalla logica mercantile dello scambio, ma da quella gratuita del dono.

Il battesimo di Gesù ci richiama anche al compito che ci viene affidato. È Giovanni Battista l’autore del richiamo. Lo fa invitandoci a non dirottare le persone verso di noi, a non presentarci come termine delle loro attese, ma a indicare Gesù come l’affidabile destinatario delle loro richieste, a guidarle a Lui, a creare le condizioni perché Gesù, con la sua offerta di una vita bella, buona e felice, di una eredità sicura, di una speranza forte, sia accolto e seguito con fiducia.

Il profeta Isaia ci sollecita a comunicare con decisione, come avviene per tutte le belle notizie, la notizia bella di un Dio che con gli uomini riesce a essere potente dominatore e pastore affettuoso che “porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri”.

Questo è il compito che il Signore ci affida, al Vescovo che inizia il suo ministero e alla sua Chiesa che lo accoglie, un compito che assume i tratti di un servizio a favore delle persone che abitano questo territorio, dove tutti, uomini e donne, ragazzi, giovani, adulti e anziani, credenti e non credenti, coltivano il desiderio di una vita apprezzabile ai propri occhi e cercano di dare il meglio di sé perché questo accada.

Si tratta di un servizio che va svolto insieme, perché il Vescovo non è l’uomo solo al comando in una Diocesi, perché, spero, che nessuno nella nostra Chiesa di Senigallia si senta tanto piccolo, inadeguato o trascurato, da rinunciarvi.

E’ un servizio, che, come raccomanda il profeta Isaia, va svolto con letizia e “a voce alta”, perché la notizia da portare è bella, capace di consolare, di ridare speranza e fiducia.

Inizio il mio ministero nella Chiesa di Senigallia con il desiderio che sappiamo dire con la nostra vita di discepoli di Gesù, alla gente che abita questo territorio che Gesù, il Figlio donato dal Padre al mondo, è la “lieta notizia” che consola e riscatta l’esistenza  dal male che la avvilisce. Lo inizio con fiducia, perché Gesù, il Risorto, è con noi, anche perché in questo tempo di attesa, spesso sono stato raggiunto dalle vostre parole di stima e di affetto e dalla notizia di un’intensa preghiera per me.

Ai nostri patroni, la Madonna della Speranza, S. Paolino da Nola e ai Santi di questa terra insieme chiediamo che questo desiderio si compia. Amen

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