Senigallia, 22 maggio 2010
1. In attesa dello Spirito Santo gli apostoli erano riuniti in preghiera nel cenacolo di Gerusalemme e con loro c’era anche Maria. Il fatto si ripete qui questa sera in questa nostra Cattedrale. Anche noi siamo riuniti in preghiera, come Chiesa di Senigallia, che è qui presente nelle sue varie componenti, e con noi c’è Maria: siamo molto lieti, grati e onorati di accogliere tra noi l’immagine a noi tanto cara e venerata della Vergine lauretana. La sua presenza rende ancor più concreto e visibile il nostro legame con il Cenacolo di Gerusalemme: Maria, madre della Chiesa e cioè di tutti i discepoli di suo Figlio, come era presente tra gli apostoli questa sera la sentiamo particolarmente vicina a tutti noi e insieme con Lei invochiamo una nuova effusione dello Spirito Santo.
2. Le letture che abbiamo ascoltato, prese dagli Atti degli Apostoli, ci fanno capire che cosa significa e che cosa fa lo Spirito Santo nella vita della Chiesa. Che cosa sarebbe la Chiesa senza lo Spirito Santo? Sarebbe come un corpo senz’anima, e cioè un cadavere. In effetti lo Spirito Santo è l’anima, è lo spirito vivificante della comunità ecclesiale. Senza lo Spirito Santo la Chiesa sarebbe come una comunissima istituzione umana e neanche la più organizzata ed efficiente; e del resto quale istituzione umana, con tutte le sue fragilità, sarebbe capace di attraversare i marosi della storia e sopravvivere per due millenni fino al giorno d’oggi?
3. Ma come si effonde lo Spirito Santo? Il libro degli Atti, per descrivere la prima Pentecoste, ricorre ai segni caratteristici dell’irruzione divina nelle vicende umane: il vento fragoroso e impetuoso e le lingue di fuoco sui presenti nel cenacolo. Lo Spirito Santo viene come una forza che scuote, purifica, trasforma, rinnova. Una forza che opera miracoli, cose mirabili e straordinarie.
La parola di Dio che abbiamo ascoltato ci fa capire che il primo miracolo è quello della varietà e della unità nella vita della Chiesa: colma di Spirito Santo la Chiesa si presenta al mondo come segnata dalla varietà e dall’unità indissolubilmente connesse. Nel libro degli Atti questo volto di Chiesa emerge dal fatto che gli apostoli parlano in diverse lingue e tutti i rappresentanti dei popoli presenti a Gerusalemme capiscono nella propria lingua.
Siamo chiamati allora a riconoscere e ad ammirare la varietà che è presente nella chiesa e nella società. Così come siamo chiamati ad amare e favorire l’unità. E’ questo il frutto dello Spirito come “anima” della Chiesa, della sua vita e della sua missione: un frutto da invocare, da custodire, da vivere con senso di responsabilità. Nella consapevolezza cioè della preziosità di ciascuno di noi nei riguardi di tutti gli altri e della preziosità di tutti questi nei nostri riguardi.
Nella Chiesa ci sono tanti doni o carismi e ministeri, ci sono le parrocchie come pure i gruppi, le associazioni e i movimenti. E’ una varietà e diversità che va riconosciuta e accolta, ma tutte queste realtà devono convergere nella Chiesa locale verso l’unità, perché tutte fanno parte dello stesso corpo, tutte hanno alla base “un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Ef 4,5).
Un secondo miracolo è quello della missione: “li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio” (Atti 2,11); le grandi opere di Dio, sono quelle che si compendiano in Cristo morto e risorto. E’ grazie alla forza dello Spirito che gli apostoli e i discepoli prendono coraggio, vincono la paura, e si presentano a tutti, sino a confini della terra, come testimoni di Gesù risorto e annunciatori del suo vangelo.
4. La nostra Chiesa particolare di Senigallia è in stato di Sinodo: a conclusione del primo anno del cammino snodale dedicato all’ascolto, nei prossimi giorni i Sinodali si riuniranno in Assemblea Generale per discutere e deliberare sulla base di un documento o strumento di lavoro che viene offerto alla riflessione di tutti i membri dell’assise diocesana. Vogliamo invocare sul Sinodo e su tutti i sinodali l’effusione dello Spirito Santo perché ci si senta uniti pur nella diversità dei doni e dei ministeri di ciascuno. Uniti nella consapevolezza di essere tutti corresponsabili della vita della Chiesa. Uniti nella passione per il Vangelo, nella condivisione della missione della Chiesa, nell’impegno di comunicare la fede al mondo d’oggi, particolarmente alle nuove generazioni. Che lo Spirito Santo guidi i lavori dell’Assemblea sinodale, ne ispiri la preghiera, ne illumini la riflessione e il discernimento.
5. Allargando l’orizzonte, vogliamo anche invocare lo Spirito Santo su tutta la Chiesa e in particolare sul successore di Pietro che ha il compito di confermare i fratelli nella fede e di essere il principio e il fondamento visibile di unità di tutti i credenti in Cristo. La Chiesa sta attraversando momenti non facili; è questo un momento di particolare sofferenza per il Santo Padre che porta la responsabilità di tutta la Chiesa. In quanto è formata da persone umane, la chiesa è sempre bisognosa di purificazione, conversione, penitenza, a causa del male che si compie da parte dei suoi membri, male che non può mai essere giustificato. Vogliamo pregare per chi ha sofferto a causa di coloro che avrebbero dovuto essere immagine di Cristo buon Pastore. Questa sera, nella preghiera, vogliamo anche esprimere la nostra vicinanza, il nostro affetto e la nostra gratitudine al Santo Padre per il suo impegnativo e coraggioso ministero. Allo stesso tempo con la preghiera vogliamo esprimere stima, fiducia e riconoscenza ai tantissimi sacerdoti che nella Chiesa si spendono instancabilmente per il bene, con una generosità silenziosa e operosa.
Non dimentichiamo che se la Chiesa, nel suo cammino verso il Regno, può incontrare difficoltà, ostacoli, fragilità, paure, infedeltà, è assolutamente certo che non le mancherà mai il “vento” e il “fuoco” dello Spirito, della Pentecoste.
6. Maria Santissima, la Vergine Lauretana, la cui immagine in questi giorni viene a visitare la nostra Diocesi in preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale che si terrà il prossimo anno ad Ancona, interceda per noi tutti; ci sostenga con la sua incessante preghiera.
A lei affidiamo solennemente questa sera il nostro Sinodo e tutta la nostra Diocesi: le nostre famiglie, le nostre parrocchie, i nostri gruppi, movimenti, associazioni; a lei affidiamo i laici, le persone consacrate, i sacerdoti; a lei desidero affidare me stesso, il mio ministero. Ci accompagni con la sua presenza materna nel nostro cammino, ci aiuti ad essere fedeli discepoli di suo Figlio, annunciatori coraggiosi e credibili del Vangelo.
Su tutti noi qui riuniti, sul nostro Sinodo, sulla nostra Diocesi e su tutta la Chiesa ci ottenga una nuova effusione dello Spirito Santo. Vieni Santo Spirito, vieni attraverso la mediazione di Maria! Amen.