Domenica 11 luglio 2021 – XV Domenica del Tempo Ordinario
Piccola guida per la preghiera
Preparate un angolo della casa dedicato alla preghiera, con la Bibbia, una immagine sacra, e una candela da accendere durante la preghiera. Dopo il segno di croce si legge il Vangelo. Poi lo si commenta brevemente insieme, magari facendosi aiutare dal commento che si trova qui sotto.
Dopo la breve condivisione trovate una preghiera dialogata, e a seguire le preghiere dei fedeli che saranno lette anche alla Messa in parrocchia. Alla fine si possono aggiungere delle preghiere spontanee.
Padre nostro e benedizione finale. Possiamo anche arricchire la preghiera con un canto.
Preghiamo insieme
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
INSIEME (genitori e figli): Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
VANGELO
Dal Vangelo secondo Marco (6,7-13)
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Parola del Signore.
Lode a Te o Cristo
RIFLESSIONE DI P. ERMES RONCHI
La forza della Chiesa è la fede, non i suoi «mezzi»
Prese a mandarli a due a due. Ogni volta che Dio ti chiama, ti mette in viaggio. Viene ad alzarti dalla tua vita installata, accende obiettivi nuovi, apre sentieri. A due a due e non ad uno ad uno. Il primo annuncio che i Dodici portano è senza parole, è l’andare insieme, l’uno al fianco dell’altro, unendo le forze.
Ordinò loro di non prendere nient’altro che un bastone. Solo un bastone a sorreggere il passo e un amico a sorreggere il cuore. Un bastone per appoggiarvi la stanchezza, un amico per appoggiarvi il bisogno di comunione. Né pane, né sacca, né denaro nella cintura; e ordinò di non portare due tuniche. Partono senza nulla di superfluo, anzi senza neppure il necessario. Decisivi non sono i mezzi, decisive non solo le cose, ma la fede che «solo l’amore crea» (san Massimiliano Kolbe). Come se Gesù dicesse ai suoi: Voi vivrete di fiducia: fiducia in Dio, che non farà mancare nulla, e fiducia negli uomini, che apriranno le loro case. «Bagaglio leggero impone il viaggio e cuore fiducioso. Domani non so se qualcuno aprirà la porta ma confido nel tesoro d’amore disseminato per strade e città, mani e sorrisi che aprono case e ristorano cuori…» (M. Marcolini).
Gesù ci vuole tutti nomadi d’amore: gente che non confida nel conto in banca o nel mattone ma nel tesoro disseminato in tutti i paesi e città: mani e sorrisi che aprono porte e ristorano cuori. La leggerezza del nomade è la sua ricchezza, lo porta verso gli altri e gli permette di riceverne i doni, di essere accolto come ospite. Mi provoca, mi mette con le spalle al muro la povertà di mezzi degli inviati. Vanno bene i pescatori del lago di Galilea, va bene anche un bovaro come il profeta Amos. E nessuno di noi ha meno di loro. Nessuno può dire io sono troppo piccolo per poter diventare testimone del Vangelo, troppo povero, non ho mezzi o cultura. E allora vado bene anch’io, perché il discepolo annuncia con la sua vita: il mio segreto non è in me, è oltre me, oltre le cose. La forza della Chiesa, oggi come allora, non sta nei numeri o nelle risorse o nei mass media, ma risiede nel cuore del discepolo: «L’annunciatore deve essere infinitamente piccolo, solo così l’annuncio sarà infinitamente grande» (G. Vannucci).
Sorprende che Gesù insista più sulle modalità dell’annuncio, che non sui contenuti di esso. E proclamarono che la gente si convertisse, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. La conversione: vedere il mondo in altra luce, salpare verso cieli nuovi e terre nuove, una nuova architettura del mondo e di rapporti umani. Che è già iniziata. Le loro mani sui malati annunciano appunto che Dio è già qui. È vicino a te con amore. È qui e guarisce la vita.
Proviamo a condividere qualche riflessione
Genitori: Signore Gesù, grazie per i tuoi grandi doni,
grazie perché non smetti di seminare nella nostra vita.
Figli: Certe volte facciamo fatica a crescere bene,
avvertiamo che insieme alle cose belle ci sono in noi cose che non ci piacciano.
Genitori: Donaci la pazienza di affrontare e convivere con le nostre fatiche,
donaci sempre il desiderio di camminare nelle tue vie.
Figli: Aiutaci a capire che il “tutto e subito” non esiste, ma ci vuole perseveranza, costanza,
voglia di camminare, ascolto costante di Te,
per costruire la casa della nostra vita sulla roccia che sei Tu.
Genitori: Grazie, Signore, perché non smetti di seminare nel nostro cuore.
Ti chiediamo che anche noi possiamo portare frutto e seminare a nostra volta! Amen.
Ad ogni preghiera rispondiamo: “Donaci la tua benedizione, Signore”
- Per la Chiesa e per tutti i cristiani, perché in ogni luogo e in ogni situazione siano testimoni credibili dell’amore di Dio verso i più deboli e bisognosi. Preghiamo.
- Per il nostro Paese e per il mondo intero, perché la speranza che dona il Vangelo scacci la paura e la violenza che inquina la vita delle persone. Preghiamo.
- Per le famiglie, perché l’amore sia sempre più forte di tutte le difficoltà e perché siano per genitori e figli il primo luogo di vita cristiana. Preghiamo.
- Per don Matteo e don Mirco ordinati sacerdoti: dona loro il coraggio e la fedeltà alla tua chiamata. Preghiamo.
- Per tutti i migranti e, in particolare, per quanti tra loro hanno perso la vita in mare: risplenda su di loro il tuo volto, o Signore, al di là delle nostre umane appartenenze. Lo Spirito santo illumini le menti dei governanti, perché, per intercessione di san Benedetto patrono d’Europa, il nostro mare sia oceano di pace, arco di fratellanza di popoli e culture. Preghiamo.
PADRE NOSTRO
Benedizione finale – I genitori segnano i figli sulla fronte
Benedici Signore la nostra famiglia … (i nomi di mamma, papà, dei figli)
E benedici tutte le famiglie, soprattutto coloro che hanno bisogno della serenità.
Ricordati di … (nomi di qualcuno che si vuol ricordare in particolare)
Veglia su di noi e accompagnaci nel nostro cammino. Amen.
Impegno: Impegniamoci a pregare per le famiglie che attraversano un momento di fatica e facciamoci vicino a chi è più difficoltà, anche contribuendo per le necessità che la parrocchia ci indica.