Privitera E. (2001), Vetrata con la parabola del seminatore

DOMENICA 12 luglio 2020 – XV del Tempo Ordinario 

Preghiamo insieme

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen 

INSIEME (genitori e figli): Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo. 

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo                                                                                              (13,1-23)

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Parola del Signore.                                    

Lode a Te o Cristo 

RIFLESSIONE DI P. ERMES RONCHI

Egli parlò loro di molte cose con parabole. Magia delle parabole: un linguaggio che contiene di più di quel che dice. Un racconto minimo, che funziona come un carburante: lo leggi e accende idee, suscita emozioni, avvia un viaggio tutto personale.

Gesù amava il lago, i campi di grano, le distese di spighe e di papaveri, i passeri in volo. Osservava la vita (le piccole cose non sono vuote, sono racconto di Dio) e nascevano parabole
Oggi Gesù osserva un seminatore e intuisce qualcosa di Dio. Il seminatore uscì a seminare. Non ‘un’, ma ‘il’ seminatore, Colui che con il seminare si identifica, perché altro non fa’ che immettere nel cuore e nel cosmo germi di vita. Uno dei più bei nomi di Dio: non il mietitore che fa i conti con le nostre povere messi, ma il seminatore, il Dio degli inizi, che dà avvio, che è la primavera del mondo, fontana di vita.
Abbiamo tutti negli occhi l’immagine di un tempo antico: un uomo con una sacca al collo che percorre un campo, con un gesto largo della mano, sapiente e solenne, profezia di pane e di fame saziata. Ma la parabola collima solo fin qui. Il seguito è spiazzante: il seminatore lancia manciate generose anche sulla strada e sui rovi. Non è distratto o maldestro, è invece uno che spera anche nei sassi, un prodigo inguaribile, imprudente e fiducioso. Un sognatore che vede vita e futuro ovunque, pieno di fiducia nella forza del seme e in quel pugno di terra e rovi che sono io.

Che parla addirittura di un frutto uguale al cento per uno, cosa inesistente, irrealistica: nessun chicco di frumento si moltiplica per cento. Un’iperbole che dice la speranza altissima e amorosa di Dio in noi.
Tuttavia, per quanto il seme sia buono, se non trova acqua e sole, il germoglio morirà presto. Il problema è il terreno buono. Allora io voglio farmi terra buona, terra madre, culla accogliente per il piccolo germoglio. Come una madre, che sa quanto tenace e desideroso di vivere sia il seme che porta in grembo, ma anche quanto fragile, vulnerabile e bisognoso di cure, dipendente quasi in tutto da lei.
Essere madri della parola di Dio, madri di ogni parola d’amore. Accoglierle dentro sé con tenerezza, custodirle e difenderle con energia, allevarle con sapienza.

Ognuno di noi è una zolla di terra, ognuno è anche un seminatore. Ogni parola, ogni gesto che esce da me, se ne va per il mondo e produce frutto. Che cosa vorrei produrre? Tristezza o germogli di sorrisi? Paura, scoraggiamento o forza di vivere?

Se noi avessimo occhi per guardare la vita, se avessimo la profondità degli occhi di Gesù, allora anche noi comporremmo parabole, parleremmo di Dio e dell’uomo con parabole, con poesia e speranza, proprio come faceva Gesù.

Proviamo a condividere qualche riflessione 

PREGHIERA DIALOGATA

Genitori:      Signore Gesù, è molto bello pensare a te come a un seminatore
che doni la tua Parola con abbondanza, che non hai paura di “sprecarla”. 

Figli:            Come è bello, Signore, ascoltarti, come è dolce la tua Parola
che sa toccare il nostro cuore, che parla della nostra vita. 

Genitori:      A noi chiedi di purificare il terreno della nostra vita,
di togliere i sassi che ci fanno inciampare e ci rendono freddi,
di eliminare le spine che ci soffocano e ci impediscono di essere come Tu ci vuoi. 

Figli:            Ti chiediamo, Signore, di essere un terreno buono
Che sa portare frutti di fede, di accoglienza, di speranza, di amore. 

Genitori:      Grazie, Signore, perché non smetti di seminare nel nostro cuore.
Ti chiediamo che anche noi possiamo portare frutto e seminare a nostra volta! Amen.

Ad ogni preghiera rispondiamo: Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

  • Ti ringraziamo, o Signore, per il dono della tua Parola e ti chiediamo di saper fare attenzione a quanto ci dici attraverso le Scritture, la vita dei nostri fratelli, l’intera creazione, perché tutto parla di Te. Preghiamo.
  • Ti ringraziamo o Signore, perché parli con noi; ti chiediamo di non essere distratti e di saper trovare il centro della nostra vita nel colloquio con Te, che ti sei fatto carne per parlare alla pari con le tue creature. Preghiamo.
  • Ti ringraziamo o Signore per il dono di papa Francesco, che non cessa mai di parlare con le Tue parole; la sua fedeltà al Vangelo sia la sua forza e sia il modello per noi di vita autenticamente umana. Preghiamo.
  • Ti ringraziamo o Signore per questa estate, per il susseguirsi delle stagioni, per il dono del tempo; la tua Parola, che attraversa l’eternità, si manifesta ora nella terra irrigata, lavorata, mietuta, che offre vita con abbondanza. Preghiamo.

PADRE NOSTRO

Benedizione finale – I genitori segnano i figli sulla fronte

Benedici Signore la nostra famiglia … (i nomi di mamma, papà, dei figli)

E benedici tutte le famiglie, soprattutto coloro che hanno bisogno della serenità.

Ricordati di … (nomi di qualcuno che si vuol ricordare in particolare)

Veglia su di noi e accompagnaci in questo cammino pasquale. Amen.

Impegno

Impegniamoci a farci prossimo a chi è più difficoltà, anche contribuendo per le necessità che la parrocchia ci indica.

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