Vinci M. (1992), Il buon pastore

4a DOMENICA DI PASQUA – 25 aprile 2021

Piccola guida per la preghiera
Preparate un angolo della casa dedicato alla preghiera, con la Bibbia, una immagine sacra, e una candela da accendere durante la preghiera. Dopo il segno di croce si legge il Vangelo. Poi lo si commenta brevemente insieme, magari facendosi aiutare dal commento che si trova qui sotto.
Dopo la breve condivisione trovate una preghiera dialogata, e a seguire le preghiere dei fedeli che saranno lette anche alla Messa in parrocchia. Alla fine si possono aggiungere delle preghiere spontanee.
Padre nostro e benedizione finale. Possiamo anche arricchire la preghiera con un canto.

Preghiamo insieme
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

INSIEME (genitori e figli): Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

VANGELO
Dal Vangelo secondo Giovanni (10,11-18)
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Parola del Signore. Lode a Te o Cristo

RIFLESSIONE DI P. ERMES RONCHI
I lupi sono più numerosi degli agnelli, ma non più forti
Io sono il Pastore buono è il titolo più disarmato e disarmante che Gesù abbia dato a se stesso. Eppure questa immagine, così amata e rassicurante, non è solo consolatoria, non ha nulla di romantico: Gesù è il pastore autentico, il vero, forte e combattivo, che non fugge a differenza dei mercenari, che ha il coraggio per lottare e difendere dai lupi il suo gregge.
Io sono il Pastore bello dice letteralmente il testo evangelico, e noi capiamo che la bellezza del pastore non sta nel suo aspetto esteriore, ma che il suo fascino e la sua forza di attrazione vengono dal suo coraggio e dalla sua generosità. La bellezza sta in un gesto ribadito cinque volte oggi nel Vangelo: io offro! Io non domando, io dono. Io non pretendo, io regalo. Ma non per avere in cambio qualcosa, non per un mio vantaggio. Bello è ogni atto d’amore.
Io offro la vita è molto di più che il semplice prendersi cura del gregge. Siamo davanti al filo d’oro che lega insieme tutta intera l’opera di Dio, il lavoro di Dio è da sempre e per sempre offrire vita. E non so immaginare per noi avventura migliore: Gesù non è venuto a portare un sistema di pensiero o di regole, ma a portare più vita (Gv 10,10); a offrire incremento, accrescimento, fioritura della vita in tutte le sue forme.
Cerchiamo di capire di più. Con le parole Io offro la vita Gesù non intende il suo morire, quel venerdì, per tutti. Lui continuamente, incessantemente dona vita; è l’attività propria e perenne di un Dio inteso al modo delle madri, inteso al modo della vite che dà linfa al tralci, della sorgente che dà acqua viva.
Pietro definiva Gesù «l’autore della vita» (At 3,15): inventore, artigiano, costruttore, datore di vita. Lo ripete la Chiesa, nella terza preghiera eucaristica: tu che fai vivere e santifichi l’universo.
Linfa divina che ci fa vivere, che respira in ogni nostro respiro, nostro pane che ci fa quotidianamente dipendenti dal cielo. Io offro la vita significa: vi consegno il mio modo di amare e di lottare, perché solo così potrete battere coloro che amano la morte, i lupi di oggi.
Gesù contrappone la figura del pastore vero a quella del mercenario, che vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge perché non gli importa delle pecore. Invece al pastore buono ogni pecora importa e ogni agnello, a Dio le creature stanno a cuore. Tutte. Ed è come se a ciascuno di noi ripetesse: tu sei importante per me. E io mi prenderò cura della tua felicità.
Ci sono i lupi, sì, ma non vinceranno. Forse sono più numerosi degli agnelli, ma non sono più forti. Perché gli agnelli vengono, ma non da soli, portano un pezzetto di Dio in sé, sono forti della sua forza, vivi della sua vita.

Proviamo a condividere qualche riflessione

PREGHIERA DIALOGATA

Genitori: Signore Gesù, Tu sei il buon Pastore che ci ami di un amore infinito,
la tua Parola è la voce che guida il nostro cammino.

Figli: Signore Gesù, tu sei la porta, sei la via, la verità e la vita,
ci indichi la strada da percorrere e se ti seguiamo troviamo la nostra strada.

Genitori: Per questo ti ringraziamo per la tua presenza e il tuo amore
e ti chiediamo di farci sentore la tua presenza,
perché ogni giorno possiamo compiere la tua volontà.

Figli: Rendi forte la nostra fede, Signore Gesù,
e facci sentire la tua presenza quando siamo un po’ tristi.

Genitori: Attorno a noi tante persone purtroppo sono preoccupate e stanno male:
ti preghiamo per loro, perché possano gustare la bellezza della fede
e la gioia di incontrare nella propria vita un Dio meraviglioso come te! Amen.

Ad ogni preghiera rispondiamo: “Ascoltaci, Signore”

– Signore, buon pastore, rischiara la Chiesa con la saggezza che viene dal Vangelo. Fa’ che non rinunciamo a giudicare gli eventi della storia e ad impegnarci in prima persona a favore della giustizia. Preghiamo.

– Signore, buon pastore, oggi con tutta la Chiesa ti preghiamo per le Vocazioni: per i giovani, per i fidanzati, per chi sente nel cuore il desiderio di spendere la vita nel servizio ai fratelli, possano ascoltare con cuore libero e appassionato la tua voce che li chiama a donare la vita per amore e rivelare nella loro vita di sposi, di sacerdoti, consacrati, missionari, laici, il tuo amore di Padre. Preghiamo.

– Signore, buon pastore, ti preghiamo per la nostra comunità, perché sappia coltivare i momenti di preghiera, di riflessione e di interiorità indispensabili per una vera crescita nella fede. Preghiamo.

– Signore, buon pastore, insegnaci la strada della convivenza pacifica e dell’accettazione piena degli altri: quando rischiamo di lasciarci prendere dalla paura, rendici costruttori di pace. Preghiamo.

– Signore, buon pastore, in questa giornata in cui si celebra la Festa della Liberazione, vogliamo ricordare tutti coloro che si sono opposti al nazi-fascismo battendosi per la pace e la libertà. La testimonianza di fede che molti di loro ci hanno offerto ci aiuti ad essere strumenti di pace e artefici di una fraternità universale, perché il Tuo Amore vince sempre sul male. Preghiamo.

PADRE NOSTRO

Benedizione finale – I genitori segnano i figli sulla fronte
Benedici Signore la nostra famiglia … (i nomi di mamma, papà, dei figli)
E benedici tutte le famiglie, soprattutto coloro che hanno bisogno della serenità.
Ricordati di … (nomi di qualcuno che si vuol ricordare in particolare)
Veglia su di noi e accompagnaci in questo nostro cammino. Amen.

Impegno
Prendiamoci l’impegno di pregare insieme e impegniamoci a farci prossimo a chi è più difficoltà, anche contribuendo per le necessità che la parrocchia ci indica.

 

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