Le tre orazioni che scandiscono il percorso dell’Eucaristia ci aiutano a comprendere, a vivere bene questa ultima celebrazione dell’anno e a guardare con fiducia all’anno che ci sta di fronte, di cui ignoriamo come sarà, se sarà un anno da ricordare volentieri o un anno da dimenticare in fretta.
Gli auguri che tra poche ore e domani ci scambieremo, daranno voce al nostro desiderio di un “buon anno, 2018”. Noi vogliamo accompagnare gli auguri con la preghiera a Dio Padre, origine di ogni bene.
La nostra preghiera vuole essere anzitutto un ringraziamento al Signore, per i tanti doni ricevuti nell’anno che sta per concludersi, doni che abbiamo ricevuto personalmente, che hanno ricevuto la persone che ci sono care, che ha ricevuto la nostra chiesa diocesana.
I doni ricevuti ci ricordano che, come segnala la preghiera iniziale, “tutta la nostra vita sta sotto il segno della benedizione di Dio” e che, come prosegue la preghiera sulle offerte, Dio “nella sua provvidenza dà inizio e compimento a tutto il bene che è nel mondo”.
Tra questi doni uno in particolare, risulta decisivo, perché consente di apprezzare tutti gli altri e di coglierne la preziosità. È ancora la preghiera d’inizio a indicarlo: Dio, Padre buono, grazie a Maria, “ha stabilito la dimora del suo Verbo fatto uomo, tra noi”.
La presenza del Verbo di Dio fra noi è la grande benedizione che avvolge la nostra esistenza, che ci consente di “gustare le primizie dell’amore misericordioso di Dio” (cfr. la preghiera sulle offerte) e che ci pone nella condizione nuova di figli amati da Dio, tanto che possiamo chiamarlo con lo stesso nome con cui lo chiama Gesù stesso, “Abbà!, Babbo”.
La presenza del Verbo di Dio accanto a noi compie in un modo singolare, unico, eccedente, la benedizione che i sacerdoti offrivano ai pellegrini che entravano nel Tempio di Gerusalemme: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il tuo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda la pace» (I Lettura, Nm 6,22-27).
Proprio perché apprezziamo il dono prezioso della presenza del Verbo di Dio e non vogliamo perderlo, la nostra preghiera diventa una domanda.
Abbiamo chiesto al Padre buono di “donarci il suo Spirito, perché tutta la nostra vita – quella che ci sta di fronte nel nuovo anno che sta per iniziare – si renda disponibili ad accogliere il suo dono”, perché “possiamo goderne felicemente i frutti” (cfr. la preghiera sulle offerte).
Prima di concludere la celebrazione chiederemo al Signore di “guidarci alla vita piena (“eterna”) che già abbiamo ricevuto”, perché nell’anno che ci sta di fronte “possiamo gustare la gioia senza fine”, non da soli, ma con Maria, “che veneriamo madre di cristo e di tutta la Chiesa”.
Il mio augurio di un buon nuovo anno: che anche voi come i pastori possiate “glorificare e lodare Dio”, possiate riconoscere la sua presenza fedele negli avvenimenti che accadranno e che come Maria possiate custodire questa sua presenza nel vostro cuore.