Nella benedizione rivolta dall’apostolo Paolo a “Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo” (cfr 2a Lettura, Ef 1,3-6.11-12) c’erano tutte le premesse per un buon esito della vicenda umana sulla terra. La decisione presa da parte Dio ancora “prima della creazione del mondo” era chiara: tra il Dio Padre e gli uomini veniva abbattuta ogni barriera, perché Dio avrebbe riservato agli uomini lo stesso trattamento – quello ispirato dall’amore – riservato a Gesù, il Figlio Amato.
Le cose però sono andate diversamente, come ci racconta la prima Lettura (Gn 3,9-15.20). La domanda (angosciata) che Dio rivolge ad Adamo (“Dove sei?”), segnala il dramma che si è consumato, quando il mondo, plasmato dalle mani di Dio come “cosa buona” e gli uomini, la cui creazione era stata segnalata come “cosa molto buona”, muovono i primi passi nella storia: Dio perde l’uomo, non per propria negligenza o distrazione, ma perché l’uomo si sottrae all’incontro con Lui (si nasconde), dopo aver dato credito al suggerimento del serpente tentatore di diffidare di Dio, deciso a smascherare il grande inganno («Non morirete affatto! Anzi Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male», Gn 3,5).
Dio non si rassegna a perdere l’uomo, si mette alla sua ricerca e all’opera per ricuperarlo alla fiducia verso di Lui. Sarà un donna a contrastare con successo la seduzione che il serpente continua tra gli uomini (“le insidierai il calcagno”).
La promessa di Dio troverà compimento un giorno in un villaggio per nulla apprezzato (Nazareth), grazie a una ragazza (Maria), la quale, come racconta il vangelo appena proclamato (Lc 1,26-38) non si lascerà vincere dal turbamento provato di fronte al saluto dell’angelo Gabriele («Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te») né consentirà alle domande che porta in cuore di alimentare la riserva nei confronti di quanto Gabriele, per conto di Dio, le aveva proposto.
Maria, questo è il nome della ragazza, assicurerà a Dio tutta la propria disponibilità («Ecco la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola») perché quanto Lui aveva in cuore, ancora prima della creazione del mondo (considerare gli uomini, come scrive l’apostolo Paolo ai cristiani di Efeso, come figli, a immagine del Figlio) potesse finalmente compiersi.
Maria rappresenta la vittoria di Dio sul Maligno, perché la preserva dal contagio del male, una vittoria giustificata dalla decisione, di cui ci ha parlato l’apostolo Paolo, presa ancora “prima della creazione del mondo” e perché Maria, a differenza di Adamo ed Eva, si fida di Dio, dà ascolto alla sua parola.
La solennità dell’immacolata concezione di Maria ci parla di questo amore fedele di Dio per gli uomini, più forte di ogni aggressione del male, che si è manifestato in Maria in modo singolare, unico (solo lei non è rimasta contagiata dal male) e che ha trovato in Maria piena accoglienza e disponibilità.