Ma chi è veramente la Trinità?. Ci lasciamo guidare dai testi della Parola di Dio della celebrazione per rispondere alla domanda.
Sul monte Sinai Jahvè risponde alla richiesta che Mosè gli aveva fatto precedentemente (“Mostrami la tua gloria!”, Es 33,18), “proclamando il suo nome”: «il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà». Il gesto di Dio incoraggia Mosè ad avanzare una seconda richiesta: «Il Signore cammini in mezzo a noi». Proprio perché Jahvè si è presentato come un Dio “ricco di amore e di fedeltà”, Mosè gli chiede di non allontanarsi da Israele, “un popolo di dura cervice” e di “perdonare la nostra colpa e il nostro peccato”.
Quella che emerge dal testo dell’Esodo è una immagine inedita di Dio, l’immagine di un Dio in movimento, che non aspetta gli uomini, ma che va loro incontro. Questa immagine di Dio viene confermata, anzi rafforzata dalle parole che Gesù rivolge a Nicodemo, nel vangelo di Giovanni (3,16-18): Dio va incontro agli uomini con suo Figlio. Questo perché li ama e perché desidera che nessuno di loro “vada perduto”. La Colletta della Messa ci rivela che il “Padre, fedele e misericordioso” non solo ci ha donato “il Figlio unigenito”, ma anche “lo Spirito di amore”.
Tra Dio Padre e il mondo (gli uomini e le donne cha abitano la terra) stanno Gesù, il “Figlio Unigenito” e lo Spirito Santo, “lo Spirito di amore”. Gesù è il Figlio che il Padre, per il grande amore che nutre per gli uomini e le donne che abitano la terra, “manda” nel mondo, perché il mondo non si perda, ma possa godere della “vita eterna”.
La vita eterna che il Padre vuole per il mondo è la sua stessa vita, quella consegnata a un amore che non conosce limiti e non si lascia sovrastare da alcun ostacolo, per questo non più minacciata da alcun male. È la vita che Gesù stesso ha sperimentato da sempre come Figlio amato e che, anche Lui, come il Padre, vuole offrire al mondo. Questa vita consegnata all’amore, rappresenta per l’intera umanità la “salvezza”, cioè il riscatto dell’esistenza degli uomini e delle donne che abitano la terra dal male che la colpisce e l’avvilisce.
Gesù ci dice che noi possiamo accedere alla vita eterna se “crediamo in Lui”, cioè se diamo credito alla sua parola e se non andiamo a cercare altrove quella “vita eterna” che solo Lui può garantirci.
Gesù ci dice anche che il rifiuto di dar credito a Lui (“chi non crede”) ci “condanna”, cioè lascia la nostra esistenza prigioniera del male che la distrugge. Non si tratta di una minaccia, ma di un avvertimento che nasce dal desiderio – del Padre e suo – di non perderci, quel desiderio che ha spinto il Padre a “mandare” il Figlio nel mondo e il Figlio a dare la sua vita.
Dalla parola di Gesù l’incredulità, il non prestar credito a Lui, il rifiutare la sua offerta, rappresenta una scelta drammatica, disastrosa per chi la compie, perché lo sottrae all’abbraccio pieno di vita del Padre che ci ama e che desidera di non perdere nessuno dei suoi figli.
Perché questo possibile esito drammatico della nostra esistenza sia evitato, il Padre e il Figlio ci offrono (“mandano”) lo Spirito Santo, il quale, proprio perché conosce a fondo il Padre e il Figlio, non solo ci parla di loro, ma anche ci fa dono di quell’amore che li lega l’uno all’altro e che li spinge a prendersi cura di noi e dell’intera creazione, ci convince ad aver fiducia nel Padre, perché ci ama, a “credere in Gesù, il Figlio”, perché non ha in progetto nessuna condanna, ma desidera che nessuno di quelli che il Padre gli ha affidato vada perduto. Lo Spirito Santo, ci confida l’apostolo Paolo, proprio perché conosce il cuore del Padre, ci suggerisce gli atteggiamenti e le parole della preghiera di chi si sente amato come Figlio e che per questo non cerca di piegare Dio ai propri desideri, ma cerca di assecondare il desiderio di Dio (“la sua volontà” come diciamo nella preghiera del “Padre nostro”).
E’ ancora lo Spirito Santo a rivelarci che Gesù, quell’uomo da tanti ammirato per la sua esistenza e per la sua morte a favore di tutti, è il “Signore”, Colui che sa opporre una resistenza vincente allo strapotere del male che ci trascina alla morte e che, per questo, rappresenta una solida speranza per il futuro delle nostre esistenze.
Ed è ancora lo Spirito Santo che contrasta in noi quei “desideri” alimentati dalla “carne” che ci illudono riguardo alla possibilità di guadagnare la vita in pienezza; che ci indica la strada che ci conduce veramente alla “vita eterna”, quella di una fede che opera mediante la carità.
Chi è veramente la Trinità?. La Trinità è il nome del Dio cristiano, un Dio che non attende gli uomini, che non si nasconde loro, che non si chiude nel suo splendido isolamento, dove le tre Persone coltivano esclusivamente per loro stesse l’amore che li unisce; è un Dio che cammina, va incontro agli uomini, perché non vadano perduti, ma abbiano la vita in pienezza. Questo movimento è condiviso e attuato da tutte e tre le Persone trinitarie, dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo.