Supplica sulla Città e sulla Diocesi nella solennità di S. Paolino (4 maggio 2020)

Supplica sulla Città e sulla Diocesi nella solennità di S. Paolino

O Dio, Padre di Gesù e Padre nostro, da tanti giorni abbiamo intensificato la nostra preghiera. La nostra continua a essere una preghiera d’invocazione, di richiesta di aiuto, da parte di chi patisce una grave minaccia per la propria vita.

Non è solo l’aggressività del virus a portarci a intensificare la nostra invocazione, ma anche l’invito di Gesù, tuo Figlio, a chiedere con fiducia perché Tu, Padre nostro, conosci ciò di cui i tuoi figli hanno bisogno e desideri dare loro cose buone.

Anche lo Spirito Santo, che attesta al nostro cuore che siamo figli amati da te, che “viene in aiuto della nostra debolezza” (cfr Rm 8,26ss) e conosce non solo il nostro cuore di figli, ma anche il tuo cuore di Padre, ci sollecita a invocarti.

Vogliamo dirti che a incoraggiare la nostra preghiera sono anche i numerosi segni e  le tante manifestazioni del tuo amore che abbiamo notato in questi giorni: sono le famiglie che hanno riscoperto o sperimentato per la prima volta il gusto della preghiera in casa, dell’ascolto senza fretta, della condivisione degli impegni domestici; sono le comunità parrocchiali che, con i loro pastori, non hanno smesso di pregare, anche se non potevano raccogliersi insieme nella tua casa, che hanno provveduto in tanti modi a proseguire una comunicazione, soprattutto con i ragazzi e i giovani, che appariva problematica; sono le tante persone che con coraggio e generosità, a partire dai medici, dagli operatori sanitari, esposti in prima linea, fino ai volontari, hanno ascoltato, soccorso le persone in pericolo di vita o in difficoltà; sono le persone che si sono adoperate per il bene comune, la sicurezza di tutti, dagli amministratori alle forze dell’ordine.

Per tutto questo bene, e per quel tanto altro bene che rimane nascosto e a noi sconosciuto, ti vogliamo dire il nostro grazie.

In questi giorni abbiamo rivolto la nostra preghiera anche a Maria, Madre della speranza, madre di Gesù, tuo Figlio, nostra speranza, perché anche nelle nostre case, nei luoghi della nostra esistenza, soprattutto nei luoghi della sofferenza, non venisse meno il “vino buono” del tuo amore, che Gesù offre ai tuoi figli.

Oggi anche S. Paolino, che veneriamo come patrono e riconosciamo come maestro della nostra città di Senigallia e dell’intera Diocesi, si unisce alla nostra preghiera per chiedere con noi che Tu continui ad accompagnare le persone che vivono in questo territorio con il tuo amore che dà coraggio, consola e apre orizzonti di speranza.

Ci attendono giorni impegnativi per tutti: per i più piccoli, i più giovani e per le persone anziane; per le nostre famiglie e per le nostre comunità parrocchiali con i loro pastori; per chi come amministratore è chiamato a individuare e proporre percorsi che realizzino il bene integrale delle persone; per chi opera, a vario titolo, nell’ambito del lavoro; per chi continua a curare e assistere le persone colpite, non solo dal virus, ma anche da altre malattie e per chi continua a rendersi disponibile ad assistere e aiutare persone in difficoltà.

Non lasciarci soli nella prova; non lasciare sole nella loro sofferenza e trepidazione le persone ammalate; non lasciare solo nel proprio dolore chi ha perso una persona cara, un familiare, un amico; non lasciare sole le persone che sono angosciate per il proprio lavoro messo a rischio o, addirittura, perso; non lasciare sole le persone che devono prendere decisioni per il bene comune, le persone che si fanno carico delle sofferenze di altri e vanno in loro soccorso; non lasciare sole le persone che vivono in questo territorio perché la dolorosa e lunga prova che ci ha colpito non inaridisca il loro cuore, non incoraggi nessuna forma di egoismo, di chiusura, ma apprendiamo tutti ad apprezzare ancora di più quella cura reciproca, quella solidarietà, che rappresentano la risorsa preziosa della nostra umanità.

Ti chiediamo un ultimo dono: non lasciarci soli di fronte alle tante e decisive domande che questa pandemia ha provocato tra di noi e che attendono la nostra risposta.

Donaci quella sapienza che ci guidi a individuare le risposte autentiche e ad attuare con determinazione quelle scelte, anche quelle che si presenteranno impegnative, che custodiscono il bene prezioso della vita, la nostra e quella della terra che ci hai affidato come nostra casa. Così sia

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