Nell’incontro con Gesù la donna di Samaria percorre un cammino, suscitato e condotto da Gesù stesso e che le consente di scoprire gradualmente chi è Gesù: dal “giudeo”, segnalato con molta freddezza, quasi con sfida, al “Messia” proclamato apertamente. Il Gesù che interpella la donna di Samaria non è il Signore potente che stupisce con le sue parole e i suoi gesti “pieni di autorità”, ma è il Gesù che si fa mendicante, che si presenta nella propria povertà (ha sete), che chiede “ospitalità”.
In questo cammino la Samaritana è aiutata da Gesù a scoprire il dono di Dio («se tu conoscessi il dono di Dio»), a rendersi conto della sua identità («Chi è Colui che ti dice: dammi da bere»), ad assumere il giusto atteggiamento nei suoi confronti («tu stessa me lo avresti chiesto»), a non racchiudere il dono di Gesù nell’ambito angusto del suo bisogno («dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua»); a guardare con lucidità la propria vita, riconoscendo i tentativi falliti di costruire una relazione affettiva stabile («hai avuto cinque marito e quello che hai ora non è tuo marito»), a offrire a Dio il culto autentico («Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità»).
Nel cammino della Samaritana ritroviamo il nostro cammino di discepoli. Ogni giorno ci rechiamo al pozzo della vita per attingere l’acqua che disseta il nostro cuore assetato di gioia, di pace… Ci andiamo ogni giorno perché l’acqua che attingiamo a quel pozzo ci disseta solo per qualche tempo.
Al pozzo della vita ci attende il Signore Gesù, con il suo desiderio di offrirci il dono di Dio, l’acqua che “zampilla per la vita eterna”, cioè l’acqua che disseta in profondità il nostro cuore assetato. Andiamo dal Signore con la nostra sete, con la richiesta di un’acqua che ci dispensi dall’affanno quotidiano e un po’ inconcludente di attingere al pozzo della vita l’acqua che disseta. Gesù desidera offrirci la sua acqua, per questo c’invita a compiere un cammino che va dal riconoscimento del dono di Dio al discernimento libero sulla nostra esistenza.
La Quaresima può essere il tempo propizio per l’incontro con il Signore, che consente di “conoscere” (apprezzare, accogliere) il dono di Dio e Gesù stesso; di abbandonare i tanti pozzi (situazioni, pensieri, desideri, progetti, cose…) a cui chiediamo di dissetare il nostro cuore e che solo per poco sono stati all’altezza della nostra richiesta.
Un cammino quello quaresimale che ci conduce da Gesù, ci insegna a «frequentare ogni giorno i pozzi delle Scritture sante per attingere le acque dello Spirito e attingerne sempre in abbondanza così da poterne riportare colma la brocca a casa» (Origene).