Veglia di Pentecoste (18 maggio 2024)

L’invito del celebrante all’inizio della Veglia: «ascoltiamo ora, con cuore disponibile, la parola di Dio. meditiamo sulle opere realizzate da Dio per il suo popolo e preghiamo affinché lo Spirito Santo…porti a compimento la sua opera nel mondo, trovando in noi la disponibilità della fede».

I primi due testi della parola di Dio, appena proclamati, parlano proprio delle opere compiute da Dio a favore del suo popolo, Israele, (cfr Es 19,3-8a; Ez 37,1-14). Il testo di Es 19, dopo aver ricordato da parte del Signore la liberazione d’Israele dalla schiavitù d’Egitto («Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me») e il suo invito ad “ascoltare la sua voce e custodire la sua alleanza”, riferisce dei preparativi per l’alleanza.

Il testo di Ez 37, racconta del nuovo intervento liberatore di Dio a favore d’Israele, schiavo in terra di Babilonia e senza più alcuna speranza, come le ossa aride che riempiono di morte la valle di cui parla il testo profetico. L’intervento di Dio ridà speranza al popolo, che torna a vivere, come i morti nella valle, i quali, grazie allo spirito di Dio che entra in essi, “ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande sterminato”.

Nel terzo testo (Rm 8,22-27) l’apostolo Paolo, dopo aver  presentato l’attesa, dell’intera creazione, (“che geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi”) e la nostra (“gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo”), dichiara che “nella speranza noi siamo stati salvati”,                                                     che lo Spirito “viene in aiuto della nostra debolezza” e “intercede con gemiti inesprimibili”.

Nel vangelo (Gv 7,37-39) troviamo l’invito di Gesù ad andare da lui per dissetarci («Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me»).

C’è un come un “filo rosso” che tiene insieme questi testi e fa comprendere le azioni di Dio (potremmo parlare di un’unica azione): Dio opera per creare le condizioni di un’esistenza (la nostra) libera dalle tante forme di schiavitù, per restituirci la speranza che fa ripartire la vita, la voglia di vivere.

Animatore dell’azione liberatrice di Dio è lo Spirito Santo, che fa rinascere, ripartire, la vita, là dove c’è solo morte (come nella valle piena di ossa inanimate), viene in soccorso di una creazione – mondo e umanità – che attende una liberazione tanto sospirata quanto difficile da raggiungere; che viene in aiuto della nostra debolezza, che si manifesta soprattutto nel non essere in grado di riconoscere ciò che ci serve veramente, cosa conviene chiedere a Dio per noi, per l’umanità. Si tratta dello Spirito che Gesù vuole offrire, donare, come acqua non stagnante, inquinata, ma vivace, refrigerante, la nostra sete, portatrice di vita.

L’invito iniziale alla “docile disponibilità della fede” all’azione dello Spirito, ci ricorda che lo Spirito Santo non opera a prescindere da noi, perché ci coinvolge nella sua azione. E’ proprio grazie alla nostra disponibilità che la sua azione porta i frutti decisi da Dio e attesi, sperati da noi.

I consigli pastorali parrocchiali e di unità pastorali, rinnovati, presenti a questa Veglia dicono la nostra disponibilità, quella della fede, a collaborare all’opera che Dio intende realizzare a favore del mondo  con il suo Spirito, donato da Gesù risorto alla Chiesa, perché sia nel mondo testimone della liberazione propiziata dalla sua morte e risurrezione.

La disponibilità della Chiesa a essere testimone dell’azione di Dio a favore degli uomini, trova nel Consiglio pastorale un prezioso aiuto, che si concretizza nel reciproco ascolto tra pastori e credenti laici, nell’ascolto di quanto lo Spirito di Gesù Cristo Risorto “suggerisce alle Chiese”. Un ascolto impegnato a comprendere e decidere le forme concrete della testimonianza che una comunità cristiana è impegnata  a realizzare.

Chiediamo allo Spirito Santo di accompagnare i nostri Consigli pastorali, perché siano luoghi di reale ascolto, di dialogo, animato dal desiderio di essere a servizio della comunità cristiana impegnata a onorare il mandato di Gesù Risorto: proclamare nel mondo il suo Vangelo.

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