Veglia di Pentecoste (3 giugno 2017)

“ERANO ASSIDUI E CONCORDI NELLA PREGHIERA… CON MARIA, LA MADRE DI GESU’(At 1,12-14; 2,1-4) 

12Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. 13Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. 14Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui… 1Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, 4e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

La prima parte del testo degli Atti degli Apostoli presenta il gruppo degli Apostoli che, con altre persone, tra le quali è nominata Maria, la “madre di Gesù”, si raduna, dopo l’ascensione di Gesù, a Gerusalemme, obbedendo all’indicazione di Gesù stesso. Quello che si raduna a Gerusalemme è un gruppo vario, composto da persone diverse (gli Undici apostoli, le donne che, probabilmente, hanno seguito Gesù, la madre e i parenti di Gesù), con sensibilità diverse e cammini di fede diversi.

E’ sottolineata l’assiduità nella preghiera e la concordia. La concordia del gruppo è ricuperata, dopo la dispersione seguita all’arresto e alla morte di Gesù, grazie all’iniziativa di Gesù stesso, il quale raduna attorno a sé i discepoli, li guida alla comprensione della sua morte.

La seconda parte del brano riferisce della discesa dello Spirito sulla comunità radunata. Lo Spirito che si riversa su ognuno dei presenti produce un effetto straordinario: lo Spirito abilita la persone ad annunciare a tutti le “grandi opere di Dio”. Siamo di fronte al primo nucleo della Chiesa, che presenta gli aspetti costitutivi della vita della Chiesa di sempre: la pratica della preghiera, la comunione fraterna, l’obbedienza a Gesù, la presenza dello Spirito, l’impegno missionario.

Maria e lo Spirito nella comunità di discepoli

Maria è con il gruppo dei discepoli. Questa collocazione consente di cogliere Maria come ‘discepola’ di Gesù, colei che al pari dei discepoli, cammina nella fede, impara a stare con Gesù come credente che si abbandona al suo mistero mediante l’obbedienza della fede, vive nell’intimità con questo mistero, affronta la prova. E’ presentata come “madre di Gesù”, qualifica che indica la singolarità dell’esperienza di fede di Maria. Tra i diversi testi che parlano di Maria come “madre di Gesù” scegliamo Gv 2,1-12 (le nozze di Cana).

Con il miracolo (segno) Gesù manifesta la propria gloria (se stesso, la propria identità di Salvatore) e i discepoli giungono alla fede. Maria svolge un ruolo decisivo in questo se­gno di Gesù, che lo rivela  e contribuisce a suscitare la fede dei discepoli.

Maria appare anzitutto come credente: ha fede in Gesù, per questo si rivolge a lui, per segnalare la situazione di bisogno («Non hanno vino»!), si affida alla sua autorità, lo lascia libero di agire come e quando vuole. Si presenta come portavoce della sua volontà e crea le condizioni perché Gesù possa operare («Qualsiasi cosa vi dica, fatela»). Maria è Cana è la credente che precede i discepoli nella fede e indica la strada della fede. Questo è il modo con cui Maria esprime il suo essere la “madre di Gesù”. Scrive S. Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater: «Dalla descrizione dell’evento di Cana si delinea ciò che concretamente si manifesta come nuova maternità secondo lo Spirito e non solo secondo la carne, ossia la sollecitudine di Maria per gli uomini, il suo andare incontro ad essi nella vasta gamma dei loro bisogni e necessità… Maria si pone tra suo figlio e gli uomini nella realtà delle loro privazioni, indigenze, sofferenze. Si pone “in mezzo”, cioè fa da mediatrice non come un’estranea, ma nella sua posizione di madre, consape­vole che come tale può – anzi «ha il diritto» – di far presente al figlio i bisogni degli uomini… Maria “intercede” per gli uomini. Non solo: come madre desidera anche che si manifesti la potenza messianica del figlio, ossia la sua potenza salvifica volta a soccorrere la sventura umana, a liberare l’uomo dal male che in diversa forma e misura grava sulla sua vita…. Altro elemento essenziale di questo compito materno di Maria si coglie nelle parole rivolte ai servitori: «Fate quello che egli vi dirà». La madre di Cristo si presenta davanti agli uomini come portavoce della volontà del Figlio, indicatrice di quelle esigenze che devono essere soddi­sfatte, affinché la potenza salvifica del Messia possa manifestarsi. A Cana, grazie all’inter­cessione di Maria e all’ubbidienza dei servitori, Gesù dà inizio alla “sua ora”; A Cana Maria ap­pare come credente in Gesù: la sua fede ne provoca il primo “segno” e contribuisce a suscitare la fede dei discepoli» (n 21).

Lo Spirito Santo scende sui discepoli, mettendoli in condizione di testi­moniare Gesù “fino agli estremi confini della terra”. I discepoli sono in grado di testimoniare Gesù, perché, guidati dallo Spirito, hanno compreso la verità di Gesù , la sua parola, il senso della sua morte. Lo Spirito, aprendo il cuore e l’intelli­genza dei discepoli alla comprensione della “verità tutta intera”, al riconoscimento della ‘gloria’ del Figlio, nel quale il Padre si rivela, è il grande animatore della fede dei discepoli, della vita della Chiesa, della sua testimonianza.

La presenza di Maria come “madre di Gesù” e l’azione dello Spirito Santo agli inizi della Chiesa dicono che Maria e lo Spirito sono ineliminabili dalla vita della Chiesa, di ogni comunità cristiana, dall’esistenza di ogni cristiano.

Quella di Maria e dello Spirito non è una presenza generica, ma portatrice di si­gnificati precisi, dai quali lasciar alimentare la propria fede. Maria e lo Spirito, pur con modalità diverse, ci ricordano l’insuperabilità di Gesù nella vita cristiana, ci rinviano a lui, ci mettono in relazione con lui.

Maria offre Gesù, non solo perché lo ha generato, ma anche (soprattutto) perché lo ha accolto, amato, seguito, come discepola fedele; ci precede nella fede in Gesù; c’invita ad aver fede in lui, ad accogliere con fiducia la sua parola, a lasciarsi guidare da questa parola.

Lo Spirito ci guida a capire Gesù, a riconoscere la buona qualità della sua verità, a rimanere nella sua parola, a comprenderla, costruendo su di essa, come su roccia sta­bile, la nostra esistenza.

Maria invita ogni comunità cristiana, ogni credente a stare in mezzo agli uomini non distrattamente, ma con grande attenzione a ciò di cui hanno bisogno, con la fede che in­dica in Gesù la possibilità per l’uomo di non restare senza il vino della vita buona.

Lo Spirito apre la Chiesa, ogni credente, sul mondo perché testimoni Gesù, offra la sua parola di vita, lo accompagna e lo sostiene perché la fede nel Risorto e nella sua pa­rola non venga meno nella prova, nella fatica, di fronte al rifiuto, alla persecuzione, all’in­differenza..

Dalla riflessione ricaviamo un duplice invito

+ Rivolgersi a Maria non semplicemente per ottenere dal Signore delle grazie, ma per imparare a diventare credenti. La ‘funzione’ di Maria nella Chiesa, nella vita cristiana, prima ancora di guadagnarci le grazie, è quella di offrire Gesù e di guidare i credenti a Gesù.

+ Dare spazio nella nostra esistenza, nella vita della comunità, allo Spirito S., alla sua azione. Proprio perché quella dello Spirito non è un’azione saltuaria nella vita cristiana, il riferimento a Lui (nella preghiera, nell’ascolto delle sue istruzioni, nel dia­logo) deve essere costante, quotidiano. Dovremmo imparare a pregare lo Spirito, dialo­gare con Lui come facciamo con Dio Padre e con Gesù, il Figlio.