Veglia di Pentecoste (sabato 19 maggio 2018)

“Vieni Spirito di santità”. Questa è la richiesta rivolta allo Spirito Santo, lo Spirito che Gesù il Risorto continua a donare ai suoi amici. E lo Spirito, dono del Risorto, fa dono a noi della santità.

In che cosa consiste questa santità donata dallo Spirito Santo?

I testi proclamati in questa veglia, quelli tratti dalla recente Esortazione apostolica di papa Francesco “Gaudete ed exultate” e dalla S. Scrittura, ci offrono la risposta alla nostra domanda. Prima però vogliamo ricordare quanto il Papa scrive all’inizio della sua Esortazione proprio riguardo alla santità: «Per essere santi non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose e religiosi… tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove ci troviamo… La santità è vivere in unione con Lui (Gesù) i misteri della sua vita» (nn14.21).

Per il Papa, quindi, la santità è alla portata di tutti e non coincide con un’esistenza “sopra le righe”, ma con l’esistenza quotidiana vissuta con lo stile di Gesù. seguendo Gesù.

A conferma delle sua affermazione cita un passaggio di una catechesi di Papa Benedetto: «la misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua» (n 21).

I tre testi della parola di Dio di questa Veglia di preghiera confermano il legame tra santità e unione con Gesù, propiziata dallo Spirito Santo.

Nel testo degli Atti degli Apostoli (1,12-2,4) lo Spirito Santo raggiunge Maria e gli apostoli, radunati in preghiera. Lo Spirito riferisce entrambi, Maria e gli apostoli  a Gesù.

Maria, dandole la possibilità di diventare madre di Gesù («Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio», queste le parole dell’angelo Gabriele a Maria che lo interrogava sulla possibilità di diventare madre del Figlio di Dio).

Gli apostoli, abilitandoli a essere suoi testimoni in ogni parte della terra («…riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria e fino ai confini della terra» (At,1,8).

Nel testo della Lettera ai Galati (5,1.13-25) lo Spirito Santo si fa garante della libertà offerta da Gesù Cristo ai suoi discepoli e minacciata dai “desideri della carne”. Lo Spirito Santo è il suggeritore e l’animatore della “vita buona secondo il Vangelo”.

La vita buona secondo il vangelo è tracciata a grandi linee nel testo delle Beatitudini, proclamate da Gesù sul monte (Mt 5,1-12), «la carta d’identità dei cristiani», come scrive Papa Francesco nella sua Esortazione apostolica (n 63).

Le Beatitudini ci mostrano, in trasparenza, la vita di Gesù che siamo chiamati ad imitare nella nostra esistenza.

Questa sera in quel “vieni Spirito di santità” chiediamo allo Spirito Santo di accompagnare la nostra esistenza, il cammino della nostra Chiesa di Senigallia perché risultino un’esistenza e un cammino santi, cioè, un’esistenza e un cammino che lasciano trasparire Gesù e perché anche noi, come Maria, possiamo dare carne al Figlio di Dio, l’unico autentico liberatore della libertà degli uomini. Ed essere in questo modo testimoni del Risorto come Lui stesso ci invita ad essere.

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