X domenica Tempo Ordinario (9 giugno 2024)

La preghiera della Colletta ci ricorda, anzitutto, la ragione della presenza del Figlio di Dio nella storia degli uomini (“liberare l’uomo dal potere di Satana”). Quello che Satana esercita sugli uomini è un potere devastante. Ce lo rivela la prima lettura (Gn 3,9,15) che propone il drammatico colloquio tra Adamo, in fuga da Dio e Dio stesso, dopo che Adamo e sua moglie Eva si erano lasciati ingannare dal serpente, il quale li aveva convinti a non assecondare il comandamento di Dio (Gn 2,17: «dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morie»), perché se avessero mangiato di quell’albero, non solo non sarebbero morti, come aveva minacciato Dio, ma »i loro occhi si sarebbero aperti e sarebbero diventati come Dio, conoscendo il bene e il male» (cfr Gn 3,5).

Il testo della Genesi, appena proclamato, rivela che le cose sono andate diversamente e che l’inganno del serpente ha avuto pieno successo, perché Adamo ed Eva, non solo si rendono conto di non essere diventati come Dio, ma addirittura tentano di nascondersi pieni di paura nei confronti di Dio, con il quale si erano sempre trovati a proprio agio (Gn 3,8: «Poi udirono il rumore dei passi del Signore che passeggiava nel giardino alla brezza del girono, e l’uomo e sua moglie, si nascosero dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino»).

Le conseguenze dell’inganno sono tragiche: l’alleanza tra Dio e l’uomo appare irrimediabilmente compromessa il legame d’amore tra Adamo ed Eva perde la sua iniziale serenità (Gn 2,25: «L’uomo e sua moglie erano nudi e non provavano vergogna»), il rapporto tra l’uomo e la terra diventa conflittuale (Gn 3,17: «Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita»), fino al tragico epilogo della vita dell’uomo (Gn 3,19: «Ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere sei e in polvere ritornerai!»).

Quanto raccontato dalla Sacra Scrittura, trova conferma nella storia degli uomini, nelle tragiche vicende di questi tempi, dove non solo nelle guerre mortali tra popoli e nazioni, ma anche nelle relazioni tra le persone, nella sistematica devastazione di quel “giardino” che il Dio Creatore ha affidato alla nostra cura.

Il testo della Genesi ci dà la “bella notizia” (“vangelo”) che Dio non abbandona l’uomo al suo tragico destino, perché promette la sconfitta del serpente ingannatore per mano “della donna e della sua stirpe” (Gn 3,15: «Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la sua stirpe e la tua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno»).

Dal racconto del vangelo, appena proclamato (Mc 3 20-35), veniamo a sapere che la promessa di Dio, fatta nella notte dei tempi, finalmente si compie grazie a Gesù, il quale, rispondendo, in una casa dove si trovava circondato dalla folla, all’infamante accusa degli scribi “scesi da Gerusalemme” («Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demòni»), smaschera la fragilità dell’accusa («Come può Satana scacciare Satana?… Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito»). Nel racconto dell’evangelista Luca Gesù sarà ancora più esplicito («Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl… Se in vece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio»). Grazie a Gesù, il Figlio di Dio, noi siamo liberati dal potere di Satana.

La conclusione del brano evangelico documenta il frutto buono della vittoria di Gesù su Satana: la possibilità per l’uomo, per ciascuno di noi, di fidarci di Dio, tanto da dargli ascolto (“compiere la sua volontà”), un ascolto che ricrea una relazione d’amore, un’alleanza (come accade in una famiglia) con Gesù e tra di noi («Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre»).

La richiesta al Padre avanzata nella preghiera della Colletta accoglie pienamente la parola di Gesù: «alimenta in noi la fede e la libertà vera, perché  aderendo ogni giorno alla tua volontà, partecipiamo alla vittoria pasquale di Cristo (la vittoria su Satana)».

La possibilità di non soccombere al Maligno, al Diavolo, al grande Divisore, di restare liberi di quella libertà procurata da Gesù, il Figlio (come scrive l’apostolo Paolo ai Galati : «Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù», 5,1) è garantita dalla fede, dall’obbedienza a dio, il Padre di Gesù, la cui volontà resta ancora oggi quella delle origini, vivere con le persone, sue creature, una relazione d’amore e di fiducia reciproca, volontà condivisa dal Figlio, il quale ha dato la propria vita perché questo accadesse.

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