XIII domenica Tempo Ordinario – Festa diocesana della famiglia (26 giugno 2022)

Nella preghiera della Colletta abbiamo chiesto al Padre il suo aiuto per seguire Gesù, “con libertà e fortezza, “sulla via della croce come sentiero della vita”, “mossi dal suo Spirito”. La richiesta di aiuto ci ricorda che la vita cristiana è “seguire” Gesù, sulla strada intrapresa da lui, la strada, come segnala l’evangelista Luca nel vangelo di questa domenica (9,51-62) verso Gerusalemme, dove Lui offrirà la propria vita («Mentre stavano compiendosi i gironi in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme»).

La strada intrapresa da Gesù e che noi vogliamo percorrere è “la via della croce”, la vogliamo percorrere con la stessa “libertà e fermezza” con cui l’ha percorsa Gesù, perché anche noi, al pari di lui, la riconosciamo “sentiero di vita”.

Della libertà che abbiamo chiesto a Padre ci parla l’apostolo Paolo nella seconda lettura (Gal 5,1.13-18). La libertà, prima di essere il guadagno del nostro impegno è dono di Gesù. Noi siamo liberi perché liberati, da Colui – Gesù – che è liberatore della libertà degli uomini perché persona libera.

L’Apostolo ci mette in guardia dalla possibilità di perdere la libertà ricevuta in dono: la libertà ricevuta la perdiamo quando la utilizziamo solo per la promozione della nostra persona, dei nostri interessi, per la nostra realizzazione, sottraendoci a quel servizio degli altri ispirato dall’amore. Noi siamo in grado di aprirci al servizio degli altri se ci lasciamo guidare da Colui che ha competenza riguardo all’amore, lo Spirito Santo, l’Unico in grado di contrastare efficacemente i tentativi messi in atto dai “desideri della carne” di convincerci ad occuparci esclusivamente di noi stessi.

Per tanti di voi la famiglia rappresenta il luogo concreto della sequela di Gesù, il luogo dove si sperimenta quel “principio di vita nuova” che è la libertà donata da Gesù, una libertà che si compie nel dono di sé e che rafforzerà quel legame con Lui, “nell’amore”, garanzia di quei frutti buoni, per noi e per gli altri, che restano per sempre e che solo persone capaci della libertà donata da Gesù possono offrire.

In famiglia la libertà donata da Gesù spesso è messa alla prova dall’inclinazione all’ascolto principalmente – a volte esclusivamente – di noi stessi, dei nostri desideri, dalla rivendicazione insindacabile dei propri diritti, dalle attese che diventano pretese.

Quando succede questo la strada della sequela del Signore diventa impegnativa perché non appare “come un sentiero della vita”, un cammino di libertà. La tentazione di abbandonare “la strada della croce” – quella della libertà che ama, che si spende per gli altri – intrapresa da Gesù e proposta da Lui ai suoi amici, per percorrere strade più accessibili, quelle suggerite, come denuncia l’apostolo Paolo, dai “desideri della carne”, si fa insidiosa e suggestiva.

Per questo non dobbiamo abbandonare la richiesta al Padre dello Spirito Santo, perché ci confermi che la via seguita da Gesù, quella del dono di sé, dell’offerta della vita, è  un “sentiero di vita” e perché  sostenga la nostra libertà nel percorrere questo sentiero.